Giornata di preghiera per la Chiesa cattolica in Cina nella memoria della Beata Vergine
Maria Aiuto dei cristiani
Si celebra oggi la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina istituita da Benedetto
XVI in occasione della memoria della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, particolarmente
venerata nel Santuario mariano di Sheshan, nei pressi di Shanghai, raggiunto in questi
giorni da numerosi di fedeli cinesi. Ce ne parla Sergio Centofanti.
Il Papa esorta
tutti i cattolici del mondo a pregare per la Chiesa in Cina: qui, “come altrove –
afferma – Cristo vive la sua passione”. Per questo – aggiunge - “quei fedeli hanno
diritto alla nostra preghiera, hanno bisogno della nostra preghiera”. Queste le parole
di Benedetto XVI al Regina Coeli di domenica scorsa:
“Ci uniamo in preghiera
con tutti i cattolici che sono in Cina, perché annuncino con umiltà e con gioia Cristo
morto e risorto, siano fedeli alla sua Chiesa e al Successore di Pietro e vivano la
quotidianità in modo coerente con la fede che professano”.
Nella Lettera
alla Chiesa cattolica in Cina, scritta nel 2007, Benedetto XVI esprime la sua intensa
gioia per la fedeltà dei cattolici cinesi a Cristo e alla Chiesa, “a volte anche a
prezzo di gravi sofferenze”. Una testimonianza di fedeltà, ribadisce, offerta “in
circostanze veramente difficili”. Ai fedeli chiede comprensione e perdono quando è
necessario. Li invita a un dialogo “rispettoso e costruttivo” con il governo a cui
lancia un forte appello a garantire “un’autentica libertà religiosa”. “Lo sappia la
Cina - afferma il Papa - la Chiesa cattolica ha il vivo proposito di offrire … un
umile e disinteressato servizio, in ciò che le compete, per il bene dei cattolici
cinesi e per quello di tutti gli abitanti del Paese”.
Sul significato della
Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, ascoltiamo padre Angelo Lazzarotto,
missionario del Pime e sinologo:
R. – E’ un momento importante, non solo perché
i cattolici cinesi hanno una particolare devozione alla Madonna, e a Sheshan vicino
a Shanghai c’è un Santuario dedicato a lei dove da anni fanno processioni e pellegrinaggi
proprio in questo giorno, ma questo è importante perché si tratta di un momento delicato,
difficile per la Chiesa in Cina. Per cui è importante che tutta la comunità cattolica
si stringa intorno ai fratelli e alle sorelle che credono in Gesù in quel Paese lontano.
D.
- Come vivono oggi i cattolici in Cina?
R. – I cattolici in Cina vivono un
momento di sofferenza perché sappiamo da 60 anni il regime comunista, pur tollerando
le religioni e – dicono - la libertà di credere o non credere, però pone tante e tante
difficoltà. Per cui, specialmente per i cattolici, c’è il grande problema di continuare
a conservare e a difendere l’unità con la Chiesa universale e con il Santo Padre,
con il Successore di Pietro. Il governo cinese vorrebbe avere una Chiesa cattolica
che non abbia bisogno di guardare a Roma per gestirsi ma che possa fare tutto all’interno
con le proprie autorità e che quindi il governo può controllare: questo specialmente
nella scelta dei vescovi ed è un problema cruciale in questo tempo.
D. – Lei
ha scritto un libro sul futuro della Chiesa in Cina di prossima pubblicazione. Qual
è il futuro della Chiesa in Cina?
R. – Io spero e prego che questo momento
di difficoltà, di crisi, di sofferenza, porti alla risurrezione, a una crescita nuova,
perché pur avendo la Chiesa subito traumi - anche proprio recentemente con la scomunica
di due vescovi ordinati senza l’approvazione del Papa -, i cattolici sono fedeli e
vogliono restare in unità con la Chiesa universale. Sappiamo che Dio è onnipotente,
quello che non possiamo noi, Lui lo può fare. E io sono convinto che questo sia un
momento che prepara a una più grande espansione della Chiesa in Cina, per il bene
del mondo.