Commozione ai funerali di Placido Rizzotto, sindacalista anti-mafia ucciso nel 1948
“Placido è stato un vincitore. Coloro che l'hanno assassinato sono i veri perdenti,
agli occhi di Dio, e della società umana. Ricordiamo un figlio indimenticato e indimenticabile
di questa terra, cui siamo grati per la sua attività politica e sindacale a favore
dei più deboli e contro il sopruso mafioso”. Sono le parole pronunciate dall’arcivescovo
di Monreale, Salvatore Di Cristina che, stamani, nella gremita chiesa madre di Corleone,
alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha celebrato i
funerali di Stato di Placido Rizzotto, il sindacalista della Cgil socialista, sequestrato
e ucciso dalla mafia nel ‘48. L’identità delle spoglie di Rizzotto, rinvenute nel
2009 in un cimitero di mafia, è stata accertata due mesi fa. “I sacrifici di coloro
che hanno perso la vita per mano della mafia hanno dato i loro frutti. Anche la vicenda
di Placido Rizzotto fa parte della memoria condivisa di questo Paese”, ha detto il
presidente della Repubblica, che ha consegnato alla sorella del sindacalista, Giuseppina,
la medaglia d’oro al merito civile alla memoria. “C’è sempre bisogno della presenza
dello Stato – ha aggiunto Napolitano - Non abbiamo mai pensato che la mafia fosse
finita. Finirà, ma non è ancora finita”. “Come te, altri uomini in tutta la Sicilia
- ha dichiarato il nipote omonimo del sindacalista – coltivavano il sogno di libertà
e riscatto delle condizioni dei contadini. Nel rispetto delle leggi dello Stato, chiedevate
terra, diritti e lavoro. 42 sindacalisti: voi, siete stati uccisi perché volevate
avere anche l’orgoglio di guardare negli occhi i figli della povera gente”. “Ho un
sogno - ha detto Rizzotto – si deve riscrivere la storia di questi sindacalisti uccisi,
per i quali chiediamo giustizia e verità. Oggi da Corleone, nel nome di Placido, non
passi mai più la mafia”. (Da Palermo, Alessandra Zaffiro)