Lo scorso 18 maggio si è spento nella cittadina bavarese di Berg il baritono tedesco
Dietrich Fischer-Dieskau. Stava per compiere 87 anni. Era infatti nato a Berlino
il 28 maggio del 1925 da Albert Fischer-Dieskau, preside di una scuola e Theodora
Klingelhöffer, insegnante. All’età di 17 anni intraprese lo studio del canto alla
Musikhochschule di Berlino sotto la guida di Hermann Weißenborn. La sua prima apparizione
pubblica in un sobborgo di Berlino nel 1943 fu interrotta da un allarme aereo. Arruolato
nell’esercito tedesco, nel 1945 venne catturato dagli Alleati e internato in un campo
di prigionia americano in Italia. Nel 1947 debuttò alla RIAS di Berlino con una esaltante
interpretazione del Winterreise di Franz Schubert, l’anno seguente alla Städtische
Oper di Berlino nel ruolo operistico di Posa nel Don Carlo di Giuseppe Verdi sotto
la direzione di Ferenc Fricsay. Definito da Sviatoslav Richter ‘il più grande
cantante del XX secolo’, Fischer-Dieskau, nel corso della sua lunga carriera, diede
prova del suo enorme talento sia a teatro, nel repertorio operistico, dove ricoprì
importanti ruoli mozartiani, verdiani e wagneriani che nelle sale da concerto come
interprete ineguagliato di Lieder. La sua curiosità onnivora lo spinse allo studio
di un vastissimo repertorio liederistico. Lunga la lista dei compositori studiati
e proposti in concerto; da Haydn e Beethoven a Webern passando naturalmente per Schubert,
Schumann, Strauss, Wolf, Mahler e Schönberg. Al 1966 risale la sua più grande impresa
discografica: la registrazione completa dei circa cinquecento Lieder di Schubert con
l’accompagnamento pianistico di Gerald Moore. In riferimento a questa ‘avventura’,
l’artista in seguito dichiarerà di aver trascorso più tempo nei due anni successivi
in sala d’incisione che a casa. Numerosi i direttori d’orchestra e i solisti di
fama che lavorarono al suo fianco; da Herbert von Karajan e Wilhelm Furtwängler a
Rafael Kubelik e Ferenc Fricsay; da Sviatoslav Richter e Daniel Barenboim a Jörg Demus
e Gerald Moore solo per citarne alcuni. Agli anni ’80 risale l’inizio della sua
attività d’insegnante presso la Hochschule der Künste di Berlino destinata a protrarsi
anche dopo il definitivo ritiro dalla scena concertistica avvenuto nel 1992. Interprete
dal repertorio vastissimo e dalla grande profondità di pensiero, Fischer-Dieskau ha
incarnato il mondo del canto come forse pochi altri hanno saputo fare. La forza comunicativa
della sua voce, la perfetta e nitidissima dizione, la solidità della sua tecnica lo
hanno eletto a modello di riferimento per le giovani generazioni d’interpreti. La
sua scomparsa priva tutti noi di un vero simbolo dell’intera cultura musicale europea
del XX secolo. Sabato 26 maggio nel corso di Zoom, notizie dal pianeta musica,
in onda come al solito alle 16.30 sul primo canale e alle 21.10 sul quinto, un omaggio
al baritono. Nel corso della puntata anche un lungo servizio sul Festival Accademia
di Montegral - Col-Legno Records, svoltosi dal 18 al 20 maggio al Convento dell'Angelo
nei pressi di Lucca sotto la direzione di Gustav Kuhn.