Il cardinale Bertone invita i politici a dare sostegno reale ed efficace alla famiglia
“Pur nelle attuali difficoltà economiche, rimane imperativo un sostegno reale ed efficace
della famiglia”. Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenuto
presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, al convegno “Famiglia, fattore
per la crescita”. Promosso dall’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà, l’evento
è stato organizzato in occasione dell’incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà
a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Al centro del suo discorso, l’invito al Legislatore
a “tutelare la famiglia”, a garantire ai genitori di trasmettere ai figli i propri
valori morali e a “promuovere maggiori agevolazioni” per i figli che si prendono cura
dei genitori, anziani o malati. Il servizio di Debora Donnini:
“Possiamo realisticamente
dire che senza famiglia non c’è futuro!”. Il discorso del cardinale Bertone parte
dalla famiglia quale comunità naturale, fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna,
che da sempre la Chiesa presenta quale luogo privilegiato “del patto fra le generazioni”.
Ci sono però “alcuni fattori problematici della società odierna” come il primato dell’individuo
e “la netta separazione fra pubblico e privato come se la persona non fosse sempre
la stessa”. Lo sguardo del porporato è rivolto all’ormai prossimo Incontro mondiale
della Famiglie a Milano dal titolo “La famiglia: il lavoro e la festa”. Il lavoro
“è da proteggere”, sottolinea, e la sua perdita “va ben oltre la perdita dello stipendio”
perché questa è accompagnata da crisi esistenziali che “minacciano gli equilibri familiari”.
Lavoro-riposo-festa sono anche “fattori di crescita sociale” e lo stesso riposo, come
il lavoro, “deve poter godere di alcuni requisiti umanizzanti ed etici per potenziare
il benessere sociale”.
La riflessione del cardinale Bertone si concentra sulla
famiglia, che, afferma, “non è un bene a disposizione della nostra volontà, così da
poter essere de-strutturato o, addirittura, manipolato secondo il mutare degli eventi
o delle sensibilità del momento, attraverso quelle che potremmo definire anche a livello
di pensiero “maggioranze variabili”. Quindi il porporato rileva che in Europa la riflessione
giuridica contemporanea ha archiviato, forse troppo rapidamente, il pensiero “naturale”
in favore del solo “positivismo giuridico”, accettando il quale si tralascia ogni
riferimento alla dimensione naturale dell’esistenza umana e “si corre il rischio concreto
di perdere quella originale capacità di equilibrio e di discernimento che sempre era
garantita anche dal semplice buon senso”. Il cardinale Bertone fa riferimento al discorso
di Benedetto XVI al Parlamento tedesco dove si sottolinea, tra l’altro, come in Europa
“vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo” come “fondamento comune
per la formazione del diritto”. Ma la ragione positivista quando si ritiene la sola
cultura sufficiente riduce l’uomo. Bisogna invece tornare “a spalancare le finestre"
e a vedere la vastità del mondo. E quindi il cardinale Bertone sottolinea che le parole
del Papa possono aiutarci a vedere questo particolare momento di crisi “non solo come
momento di prova per tutti” ma anche come “promessa di qualcosa di nuovo, quasi a
riportare ancora una volta la centro del pensiero, del diritto, e pure dell’azione
politica la dignità naturale della persona umana”.
Il porporato si richiama
all’Esortazione apostolica “Familiaris Consortio” di Giovanni Paolo II. Alla famiglia,
cellula fondamentale della società, comunione d’amore basata sul matrimonio e “unità
dei due”, ricorda, “è affidata da Dio non soltanto l’opera della creazione” ma la
costruzione stessa della storia.
La famiglia è dunque “il luogo privilegiato
in cui si acquisiscono i valori fondamentali della solidarietà”. “Il riconoscimento
della legge naturale è un invito pressante per il Legislatore a tutelare la famiglia”,
sottolinea richiamandosi anche all’invito di Benedetto XVI ad “una rinnovata ecologia
dell’uomo che riconosca la centralità della persona nella cornice più ampia degli
esseri viventi”. E ancora il porporato si rifà all’articolo 29 della Costituzione
italiana che parla di famiglia come “società naturale fondata sul matrimonio”, che
è dunque antecedente lo Stato e quest’ultimo, sottolinea il cardinale Bertone, “non
concede, né stabilisce, né autorizza, ma riconosce ciò che è già in esistenza”. Buone
strutture familiari sono dunque “la garanzia più efficace per una società stabile
e solidale”. E ancora il porporato si richiama all’art. 31 della Costituzione dove
si afferma tra l’altro: “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze
la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare
riguardo alle famiglie numerose”. Il sostegno alla famiglia, dunque, “richiama la
necessità di misure economiche e di interventi legislativi e regolamentari ad hoc”,
sottolinea il porporato. Pur apprezzando il numero dei provvedimenti fin qui adottati,
per il cardinale Bertone “è auspicabile che l’ordinamento giuridico proceda nel tutelare
la famiglia in quanto tale, nella sua funzione di istituto finalizzato al bene umano
comune. Pur nelle attuali difficoltà economiche, rimane imperativo un sostegno reale
ed efficace della famiglia”.
Il discorso del cardinale Bertone affronta anche
la questione dei diritti dei genitori nell’educazione dei figli. E’ fondamentale che
lo Stato “garantisca loro la possibilità, in particolare nel campo etico e religioso,
di trasmettere ai figli i propri valori morali”. E dunque fondamentale il diritto
alla libertà religiosa che assicura il rispetto del credo dei genitori e “non obbliga
nessun bambino ad insegnamenti contrari a tali convinzioni”. “Questo vale, aggiunge,
anche per quell’aspetto essenzialmente umano che è, ad esempio, l’educazione sessuale,
che non può limitarsi ai semplici fattori biologici, ma deve includere – per essere
veramente una formazione umana – aspetti etici in vista di un esercizio integrale
della responsabilità”.
Ma c’è anche il diritto dei bambini “ad avere un padre
e una madre per potersi relazionare, fin dalla primissima infanzia, con due figure
complementari”. Rilevando la complessità dell’argomento, il segretario di Stato sottolinea
un aspetto che emerge dalle discussioni sull’adozione: “non ogni desiderio di avere
figli è un diritto. Il bene del bambino è centrale rispetto a qualsiasi provvedimento
in merito. Tale principio sussiste anche nel regolare i tristi casi di separazione
delle coppie”.
C’è anche un riferimento, nel suo discorso, al vincolo fra
le generazioni. La politica ha il compito di “promuovere maggiori agevolazioni per
i figli che si prendono cura dei genitori, anziani o malati, riconoscendo il loro
impegno come un contributo essenziale per il bene comune”.
E ancora, a proposito
del ruolo delle donne bisogna evitare il pericolo che “possano, proprio perchè madri,
essere penalizzate in ambito lavorativo” e far sì che il lavoro sia strutturato in
modo che la donna non debba pagare la sua promozione a danno della famiglia nella
quale ha come madre un ruolo insostituibile.
Il dovere dell’azione politica
che mira a “tutelare e sostenere la famiglia” come cellula fondamentale della società
è “un compito che esalta la politica stessa”. Quando, infatti, l’impegno per il bene
comune è animato dalla carità, dice richiamandosi alla Caritas in veritate, come ogni
impegno per la giustizia si inscrive “in quella testimonianza della carità divina
che, operando nel tempo, prepara l'eterno”.