2012-05-23 16:17:00

Assemblea Cei. Mons. Sanna: laici non collaboratori ma corresponsabili


“Gli adulti nella comunità: maturi nella fede e testimoni di umanità”. È il tema centrale della 64.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), in corso in Vaticano fino al 25 maggio prossimo, sul quale ha riferito in conferenza stampa mons. Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano. Il presule ha quindi ribadito che sulla questione degli abusi sui minori c'è una condanna "senza se e senza ma". Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

I vescovi italiani rivolgono le loro attenzioni al mondo degli adulti e agli elementi che mettono in crisi i suoi modelli di esemplarità, confrontandosi sui temi posti al centro della relazione di mons. Ignazio Sanna: la maturità della fede e la testimonianza di umanità. Ma cosa s’intende per fede adulta? L’arcivescovo di Oristano fuga subito ogni dubbio facendo distinzione fra le stagioni dello spirito e quelle del corpo. A prescindere dall’età, è infatti "adulta" quella fede capace di fare esperienza di Dio e di rendere contemporaneo Gesù come spiega lo stesso presule:

"Uno può essere erudito o può avere anche scritto una enciclopedia su tutto quello che riguarda lo scibile della fede, ma non vivere la fede. Dunque, qui si parla appunto di esperienza, cioè di far sì che ciò che è una verità diventi uno stile di vita perché altrimenti rimane una pura conoscenza, una pura idea. Occorre far vedere che c’è in qualche modo una visibilità nel suo comportamento e nel suo stile, nelle sue scelte, a partire da una convinzione di fede, da una vita di fede”.

Per raggiungere questo obiettivo, mons. Sanna esorta a tendere al primato della grazia, al richiamo dell’oltre per superare l’orizzonte materiale finito della vita terrena e a quella che chiama la “santità sociale” rivolta al mondo che soffre. È importante quindi che gli adulti nutrano la loro fede, perché spetta loro trasmetterla alle nuove generazioni attraverso l’esemplarità dei modelli positivi. Per questo, il presule auspica un’alleanza e non la competizione fra le principali agenzie di senso: Famiglia, scuola e comunità.

Richiamandosi alla parole del pronunciate Papa all’udienza generale, mons. Sanna si è poi soffermato sulla scomparsa della figura paterna che genera problemi a relazionarsi con il “Dio padre”. Più in generale, gli adulti devono ritrovare il coraggio di definirsi tali per non scadere in un giovanilismo esasperato che disorienta i figli. Tutte le stagioni della vita sono importanti – ha aggiunto – e non bisogna mai livellare autorità e reciprocità. Per questo diventa fondamentale seguire il fedele anche dopo l’adolescenza:

“Attualmente, spesso si ha un indirizzo 'puero-centrico': cioè noi prepariamo i giovani alla prima Comunione, alla Cresima, e poi sembra che diamo il 'congedo'. Non è così, la vita deve essere vissuta in tutte le circostanze, in tutte le stagioni, con l’accompagnamento e con le motivazioni che la fede ti dà”.

L’appello di mons. Sanna all’assunzione di responsabilità si conclude chiamando in causa il laicato come corresponsabile della vita della Chiesa:

“Far sì che ogni fedele si senta non solamente responsabile, ma corresponsabile. Non è un collaboratore, ma lo slogan è: passiamo dalla collaborazione alla responsabilità. Uno che collabora è in una situazione di dipendenza, perché chi decide è uno e l’altro collabora. Se io parlo di corresponsabilità, ci mettiamo tutti attorno a un tavolo, decidiamo insieme. Occorre avere questo senso di corresponsabilità e di condivisione”.

Al termine della conferenza stampa, mons. Sanna ha ribadito che da parte dei vescovi sulla questione degli abusi sessuali sui minori, ''non c'è nessuna indulgenza, c'è una condanna senza se e senza ma. Sono reati che vanno puniti e sanzionati in modo esemplare''.







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