2012-05-22 08:14:42

Nessuna svolta nelle indagini per l'attentato di Brindisi. Ieri i funerali di Melissa


A Brindisi, dopo l’attentato che ha ucciso la giovane Melissa, non c’è stata l’attesa svolta nelle indagini. Interrogate ieri varie persone, in particolare un uomo che somiglierebbe a quello che in un video, nelle vicinanze della scuola “Morvillo-Falcone”, aziona con un telecomando l’ordigno. Si indaga per strage con finalità di terrorismo.
E nel pomeriggio di ieri la piazza di Mesagne è stata invasa da una folla mesta che ha partecipato ai funerali di Melissa, alla presenza del premier Monti e delle più alte cariche dello Stato. Nell’omelia l’arcivescovo di Brindisi, Rocco Talucci, ha rivolto agli assassini l’appello a convertirsi e a costituirsi. Melissa ha aggiunto è la ''vittima innocente'' di un ''attentato compiuto con la consapevolezza di uccidere''. Talucci si è poi rivolto a tutti i giovani a cui ha chiesto di non maledire alcuno e di avere fiducia perché “il mondo cattivo può essere sconfitto”. Poi, la preghiera per le ragazze ferite, le cui condizioni sono stazionarie. Ma ascoltiamo proprio l’arcivescovo di Brindisi Ostuni, mons. Rocco Talucci. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. - Penso che possiamo dire soltanto parole di fede in un momento in cui i giovani sono tanto sconcertati da non voler nemmeno sentire parole né delle istituzioni né della politica. Ieri sera, ci siamo preparati al funerale di oggi con una veglia volontaria, preparata dalla pastorale giovanile e non meno di 500 giovani erano in piazza.
D. - La risposta dei giovani di Mesagne alla violenza è stata, ieri, una veglia di preghiera: è un gesto, questo, che fa molto riflettere…
R. - Fa riflettere anche noi educatori, perché se i giovani vengono lasciati sono o in preda alla paura o alla rabbia…
D. - Ieri mattina, alla Messa a Mesagne era presente anche il padre di Melissa: la comunità ecclesiale è vicina alla famiglia, la sostiene nel dolore?
R. - Molto vicina, ma devo dire, come sempre, con molta discrezione. I sacerdoti di Mesagne - anche tutti i feriti sono di Mesagne - sono molto vicini sia con visite in ospedale, sia con visite alle famiglie. Il parroco è vicino al papà di Melissa, il cappellano ospedaliero è vicino alla mamma, perché è stata ricoverata per un malore ed è ancora in ospedale e fino a ieri era in stato di incoscienza. Il cappellano le fa giungere tutta la vicinanza dei giovani e degli amici della figlia. Sono presenze di amore, presenze silenziose che necessariamente non fanno cronaca, né devono farla… In definitiva chi è vicino ora con amore alla famiglia, lo farà in continuità anche dopo
D. - Intanto, proseguono le indagini per quello che è stato definito ieri dal Papa “un vile attentato”, “un brutale atto di violenza”…
R. - Sono forti le parole del Papa, di paternità e di giustizia insieme. Forti nel senso della speranza, ma forti anche nel senso della giustizia proprio perché definisce questo attentato “brutale”. Per quanto riguarda le indagini, si sta parlando di balordi che si saranno organizzati e quindi, se questa lettura venisse confermata, potremmo dirci liberi da omicidi di mafia o di terrorismo. Comunque, l’effetto non cambia perché non si è trattato di un raptus, ma è stato un atto scientificamente e tecnicamente preparato, voluto e telecomandato. C’è anche da dire che, se verrà acclarata la responsabilità di balordi o di fanatici, scoprire che siamo liberi dal peso della mafia sarà un motivo di grande consolazione, pur rimanendo il dolore per un male che si compie.









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