Sud Sudan: la Chiesa sostiene l'accoglienza dei rimpatri dal nord
Sono 3.600 i sud sudanesi rimpatriati nel giro di una settimana da Khartoum (Sudan)
a Juba (Sud Sudan). Lo afferma l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (Iom) che
ha organizzato un apposito ponte aereo per permettere ai cittadini originari del Sud
Sudan ma residenti in Sudan da decenni (alcuni sono nati lì) di rientrare nelle zone
di origine dopo che il governo di Khartoum ha deciso la loro espulsione. Le tensioni
tra Sudan e Sud Sudan sono all’origine di questa decisione, anche se le autorità di
Khartoum affermano che gli espulsi sono persone in situazione irregolare, prive di
permesso di soggiorno, dopo l’indipendenza del Sud Sudan, sancita nel luglio 2011.
Nelle prossime settimane - riporta l'agenzia Fides - sono previsti altri voli per
finire di rimpatriare le circa 12.000 persone accolte nel centro di Kosti, a circa
300 km da Khartoum, che è il principale campo di transito dei sud sudanesi in attesa
di essere trasferiti in Sud Sudan. L’arrivo di un così alto numero di persone rischia
di mettere a dura prova le strutture di accoglienza del neonato Stato. La Chiesa cattolica
apporta il suo contributo di solidarietà: la Caritas di Juba ad esempio, ha inviato
16 volontari per costruire rifugi per accogliere nel campo di Kapuri oltre mille persone
provenienti da Kosti. (R.P.)