Il cardinale Bagnasco: urgenti le riforme, ripensare il vivere collettivo
E’ necessaria una “generale ricalibratura dell’idea del vivere personale e collettivo”.
Nella prolusione per l’assemblea generale, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente
della Cei, lancia un appello per una rinascita del Paese. E sul terrorismo aggiunge:
"L'intera Nazione deve isolare, con sdegno compatto e univoco, coloro che sbandierano
false e mortifere utopie". Alessandro Guarasci Per l’Italia non
servono ricette né minimali né precipitose. “Ma perché lo scoramento e la disaffezione
non prevalgano, occorre che la politica si rigeneri nel segno della sobrietà e della
capacità di visione”. Dunque bisogna accelerare sul fronte delle riforme, e anche
ripensare gli stili di vita, evitando di fare continuamente ricorso al debito. Insomma,
il presidente della Cei dice un netto no a una visione individualistica. Questo per
evitare che si allarghi il divario tra ricchi e poveri. E il discorso si allarga anche
all’Euro, che dovrebbe diventare un vero volano di integrazione e non un metro per
misurare la potenza degli Stati. Un percorso di equità, di cambiamento strutturale
che riguarda in primo luogo i partiti, troppo incerti, perché “non ci sarebbe di peggio
che lasciare incompiuta un’azione costata realmente molti sacrifici agli italiani”.
Il rischio è pesante: l’astensionismo. Grave poi il fenomeno della corruzione, che
il cardinale Bagnasco, chiama “latrocinio”. E poi il lavoro, ripetuto tre volte nell’omelia,
per dare speranza ai giovani. Grazie a un percorso virtuoso di rinascita si potrà
altresì spezzare la catena dei suicidi, grazie anche all’apporto delle banche che
dovranno ritrovare “senso civico” e degli imprenditori che non dovranno pensare solo
a delocalizzare. Ed ancora: preoccupazione per il riemergere del terrorismo che il
Paese deve isolare in modo compatto. No infine a un’informazione “rubata” a sedi istituzionali
altissime. Un richiamo anche all’etica giornalistica.