2012-05-19 14:09:32

Usa: il commento dei vescovi sulle direttive sanitarie


“Le questioni ancora in sospeso dovrebbero essere risolte per aumentare e non per diminuire il livello di libertà religiosa nel Paese”: è ancora netto il giudizio che proviene dall’episcopato cattolico negli Stati Uniti in merito alle politiche delle autorità statali che promuovono la diffusione delle pratiche abortive. A prendere posizione sul tema – come riferisce L’Osservatore Romano - sono stati il consigliere generale della Conferenza episcopale, Anthony Picarello, e il consigliere generale aggiunto, Michael Moses, in una nota inviata al Department of Health and Human Services (Dhhs), guidato da Kathleen Sebelius. Si tratta di commenti relativi alla circolare (Hhs mandate) che prevede che i piani assicurativi di tutti i datori di lavoro, comprese le istituzioni e le organizzazioni religiose, coprano sia la prescrizione sia la somministrazione di farmaci abortivi e gli interventi di sterilizzazione (considerati come «servizi di prevenzione per la salute delle donne»), ponendo in essere una pesante limitazione alla libertà di coscienza. Nella nota si ribadisce che l’episcopato ritiene il mandato «ingiusto e illegittimo, perché implica un elemento di coercizione governativa contro la coscienza, che crea un problema di libertà religiosa». In particolare i due rappresentanti della Conferenza episcopale analizzano alcune proposte formulate e diffuse nei mesi scorsi dal Dhhs, che avrebbero come obiettivo quello di offrire nuove condizioni per «venire incontro» alla situazione degli istituti e delle organizzazioni religiose che fanno obiezione alle direttive sanitarie. Proposte che vengono giudicate, tuttavia, non idonee a fornire un contributo risolutivo e che pongono ancora problemi morali e legali: esse «si sommano a una formulazione dell’esenzione estremamente stretta e intrusiva che divide le comunità “abbastanza religiose” da quelle che non lo sono». Tra le proposte vi è, ad esempio, quella che metterebbe a carico di «amministrazioni o agenzie indipendenti» il costo della copertura dei piani sanitari, che riceverebbero pertanto finanziamenti appositi, evitando dunque a scuole, ospedali, associazioni, enti religiosi e alle agenzie assicurative che osservano i principi morali e religiosi, di sopportare gli oneri economici per servizi che contrastano con il proprio credo. Sulle nuove proposte, in particolare, l’amministrazione Obama ha avviato una consultazione pubblica, per raccogliere pareri e commenti, che si concluderà il 19 giugno. «Ciò che è moralmente discutibile», si osserva nella nota, è continuare a prevedere l’inclusione nei piani assicurativi privati di una serie di coperture per la somministrazione e l’utilizzo di contraccettivi e interventi di sterilizzazione. Le proposte, si sottolinea al riguardo, «non cambiano il fatto che i sistemi contraccettivi siano inclusi nel mandato come servizi di prevenzione, come già stabilito in un precedente regolamento dell’agosto 2011». In un intervento, il cardinale arcivescovo di New York e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, Timothy Michael Dolan, ha spiegato che «le autorità statali non possono forzare gli americani ad agire come se la gravidanza fosse una malattia da prevenire a tutti i costi». (I.P.)







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