Usa: il commento dei vescovi sulle direttive sanitarie
“Le questioni ancora in sospeso dovrebbero essere risolte per aumentare e non per
diminuire il livello di libertà religiosa nel Paese”: è ancora netto il giudizio che
proviene dall’episcopato cattolico negli Stati Uniti in merito alle politiche delle
autorità statali che promuovono la diffusione delle pratiche abortive. A prendere
posizione sul tema – come riferisce L’Osservatore Romano - sono stati il consigliere
generale della Conferenza episcopale, Anthony Picarello, e il consigliere generale
aggiunto, Michael Moses, in una nota inviata al Department of Health and Human Services
(Dhhs), guidato da Kathleen Sebelius. Si tratta di commenti relativi alla circolare
(Hhs mandate) che prevede che i piani assicurativi di tutti i datori di lavoro, comprese
le istituzioni e le organizzazioni religiose, coprano sia la prescrizione sia la somministrazione
di farmaci abortivi e gli interventi di sterilizzazione (considerati come «servizi
di prevenzione per la salute delle donne»), ponendo in essere una pesante limitazione
alla libertà di coscienza. Nella nota si ribadisce che l’episcopato ritiene il mandato
«ingiusto e illegittimo, perché implica un elemento di coercizione governativa contro
la coscienza, che crea un problema di libertà religiosa». In particolare i due rappresentanti
della Conferenza episcopale analizzano alcune proposte formulate e diffuse nei mesi
scorsi dal Dhhs, che avrebbero come obiettivo quello di offrire nuove condizioni per
«venire incontro» alla situazione degli istituti e delle organizzazioni religiose
che fanno obiezione alle direttive sanitarie. Proposte che vengono giudicate, tuttavia,
non idonee a fornire un contributo risolutivo e che pongono ancora problemi morali
e legali: esse «si sommano a una formulazione dell’esenzione estremamente stretta
e intrusiva che divide le comunità “abbastanza religiose” da quelle che non lo sono».
Tra le proposte vi è, ad esempio, quella che metterebbe a carico di «amministrazioni
o agenzie indipendenti» il costo della copertura dei piani sanitari, che riceverebbero
pertanto finanziamenti appositi, evitando dunque a scuole, ospedali, associazioni,
enti religiosi e alle agenzie assicurative che osservano i principi morali e religiosi,
di sopportare gli oneri economici per servizi che contrastano con il proprio credo.
Sulle nuove proposte, in particolare, l’amministrazione Obama ha avviato una consultazione
pubblica, per raccogliere pareri e commenti, che si concluderà il 19 giugno. «Ciò
che è moralmente discutibile», si osserva nella nota, è continuare a prevedere l’inclusione
nei piani assicurativi privati di una serie di coperture per la somministrazione e
l’utilizzo di contraccettivi e interventi di sterilizzazione. Le proposte, si sottolinea
al riguardo, «non cambiano il fatto che i sistemi contraccettivi siano inclusi nel
mandato come servizi di prevenzione, come già stabilito in un precedente regolamento
dell’agosto 2011». In un intervento, il cardinale arcivescovo di New York e presidente
della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, Timothy Michael Dolan, ha spiegato
che «le autorità statali non possono forzare gli americani ad agire come se la gravidanza
fosse una malattia da prevenire a tutti i costi». (I.P.)