Benedetto XVI ai laici cattolici: seguite logica del dono, economia e politica bisognose
di gratuità
Andare avanti con l’impegno “personale e associativo, testimoniando il Vangelo del
dono e della gratuità”. Questa l’esortazione di Benedetto XVI ai circa ottomila membri
della Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario (Focsiv),
del Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) e del Movimento cristiano lavoratori
(Mcl), incontrati stamani in Aula Paolo VI. Il servizio di Giada Aquilino:
Un incoraggiamento
“a proseguire con costanza nell’impegno in favore dei fratelli”, evidenziando “le
ingiustizie” e testimoniando “i valori su cui si fonda la dignità della persona”,
promuovendo “forme di solidarietà che favoriscano il bene comune”. Questo il senso
delle parole di Benedetto XVI alle tre realtà ecclesiali incontrate stamani in Vaticano:
il Meic che, ha ricordato il Papa, quest’anno festeggia gli 80 anni di fondazione
- essendo nato nel '32-'33 con il nome di Movimento laureati di Azione Cattolica -
e che attraverso l’impegno culturale e formativo vuole contribuire all’educazione
di cristiani laici maturi che partecipino al bene comune della società. E poi la Focsiv,
la più grande Federazione di organismi di volontariato internazionale di ispirazione
cristiana presente in Italia - con 65 organizzazioni e oltre 60 mila persone tra aderenti
e sostenitori - che quest’anno celebra il 40.mo anniversario di fondazione. Stesso
traguardo anche per il Movimento Cristiano Lavoratori, associazione a carattere sociale,
di solidarietà e volontariato, che promuove l'affermazione dei principi cristiani
nella vita, nella cultura, negli ordinamenti, nella legislazione. Tre importanti associazioni
ecclesiali, ha spiegato il Pontefice, accomunate storicamente dalla “sapiente opera
del Servo di Dio Paolo VI”, a cui va il “ricordo riconoscente per l’impulso dato”.
Gli
anniversari - ha aggiunto il Santo Padre - sono “occasioni propizie per ripensare
al proprio carisma con gratitudine e anche con sguardo critico, attento alle origini
storiche e ai nuovi segni dei tempi”:
“Cultura, volontariato e lavoro costituiscono
un trinomio indissolubile dell’impegno quotidiano del laicato cattolico, che intende
rendere incisiva l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa, tanto nell’ambito privato
quanto nella sfera pubblica della società. Il fedele laico si mette propriamente in
gioco quando tocca uno o più di questi ambiti e, nel servizio culturale, nell’azione
solidale con chi è nel bisogno e nel lavoro, si sforza di promuovere la dignità umana”.
Tre
ambiti con un comune denominatore che, per il Papa, è il “dono di sé”. L’impegno culturale,
soprattutto quello scolastico ed universitario, “teso alla formazione delle future
generazioni”, va oltre la trasmissione di nozioni tecniche e teoriche: implica infatti
“il dono di sé con la parola e con l’esempio”. Il volontariato, “risorsa insostituibile
della società”, comporta “non tanto il dare delle cose, ma il dare se stessi in aiuto
concreto verso i più bisognosi”. Infine il lavoro, che “non è solo strumento di profitto
individuale, ma momento in cui esprimere le proprie capacità spendendosi, con spirito
di servizio, nell’attività professionale, sia essa di tipo operaio, agricolo, scientifico
o di altro genere”.
Ma per i membri dei movimenti, ha sottolineato il Papa,
tale missione ha una connotazione particolare, “quella cristiana”:
“La vostra
azione deve essere animata dalla carità; ciò significa imparare a vedere con gli occhi
di Cristo e dare all’altro ben più delle cose necessarie esternamente, donargli lo
sguardo, il gesto d’amore di cui ha bisogno. Questo nasce dall’amore che proviene
da Dio, il quale ci ha amati per primo, nasce dall’intimo incontro con Lui”.
Dunque,
è la logica del dono, “una logica spesso bistrattata”, che - ha detto il Pontefice
ai presenti in Aula Paolo VI - “voi valorizzate e testimoniate”:
“Donare
il proprio tempo, le proprie abilità e competenze, la propria istruzione, la propria
professionalità; in una parola, donare attenzione all’altro, senza aspettare contraccambio
in questo mondo. E vi ringrazio per questa grande testimonianza. Così facendo non
solo si fa il bene dell’altro, ma si scopre la felicità profonda, secondo la logica
di Cristo, che ha donato tutto se stesso”.
Un “amore gratuito”, quello
citato da Benedetto XVI, di cui si fa esperienza innanzitutto in famiglia:
“Quando
ciò non accade, essa si snatura, entra in crisi. Quanto viene vissuto in famiglia,
il donarsi senza riserve per il bene dell’altro è un momento educativo fondamentale
per imparare a vivere da cristiani anche il rapporto con la cultura, il volontariato
e il lavoro”.
Un concetto affrontato nell’Enciclica Caritas in veritate,
in cui il Papa ha voluto “estendere il modello familiare della logica della gratuità
e del dono a una dimensione universale. La sola giustizia - ha proseguito - non è
infatti sufficiente. Perché vi sia vera giustizia è necessario quel di più che solo
la gratuità e la solidarietà possono dare”. Senza la gratuità “non si riesce a realizzare
nemmeno la giustizia”. Ma la gratuità, ha precisato, “non si acquista sul mercato,
né si può prescriverla per legge”:
“E, tuttavia, sia l’economia, sia la
politica hanno bisogno della gratuità, di persone capaci di dono reciproco”.
Il
Santo Padre ha infine evidenziato l’affermazione da parte delle tre realtà ecclesiali
“della necessità di continuare a camminare sulla via del Vangelo, nella fedeltà alla
dottrina sociale della Chiesa e nella lealtà verso i Pastori”. Il Movimento ecclesiale
di impegno culturale, ha spiegato, “è chiamato ad un rinnovato servizio nel mondo
della cultura, segnato da sfide urgenti e complesse, per la diffusione dell’umanesimo
cristiano: ragione e fede - ha aggiunto - sono alleate nel cammino verso la Verità”.
La Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario “continui
a confidare soprattutto nella forza della carità che viene da Dio portando avanti
il suo impegno contro ogni forma di povertà e di esclusione, in favore delle popolazioni
più svantaggiate”. Il Movimento cristiano lavoratori “sappia portare luce e speranza
cristiana nel mondo del lavoro, per conseguire anche una sempre maggiore giustizia
sociale. Inoltre - ha concluso - guardi sempre al mondo giovanile, che oggi più che
mai cerca vie di impegno che sappiano coniugare idealità e concretezza”.
In
vista dell’udienza del loro incontro di stamattina con Benedetto XVI, la collega della
nostra redazione in lingua spagnola, Patricia Ynestroza, ha intervistato i
responsabili della Focsiv, del Mec del dell’Mcl. Al presidente della Focsiv, Gianfranco
Cattai, ha chiesto anzitutto di descrivere i propri sentimenti alla vigilia dell’udienza
con il Papa:
R. – L’emozione è quella di poter ricordare, insieme con il Papa,
che proprio 40 anni fa, il 19 maggio, i nostri padri fondatori hanno avviato quest’esperienza
sulle onde del Concilio Vaticano II. Hanno quindi messo in piedi i nostri organismi,
quelli pionieri nella solidarietà internazionale, e costituito la Federazione che
ora il Papa – che, peraltro, ha lanciato dei messaggi formidabili rispetto alla Dottrina
sociale della Chiesa, attinenti allo sviluppo dei Paesi più poveri, e mi riferisco
alla ‘Caritas in veritate’ – riceve. Ed è veramente un grande piacere e ci dà davvero
una grande soddisfazione.
D. – Ci può parlare di quello che è l’obiettivo principale
della Focsiv?
R. – La Focsiv è una federazione che mette insieme 65 associazioni,
che hanno radici nelle varie parti dell’Italia, da Catania fino a Trieste. “Hanno
radici” significa che sono conosciute dalle comunità locali, sono espressione delle
comunità locali come anche delle Chiese locali. Sono impegnate in 80 Paesi del Sud
del mondo in quelli che noi definiamo progetti o relazioni di partenariato di solidarietà,
per dare delle risposte di speranza, delle risposte ai diritti ed ai bisogni essenziali
della vita, per camminare insieme con uomini e donne di buona volontà di queste realtà
per darsi una risposta di futuro.
D. – Carlo Costalli, presidente del Movimento
dei cristiani lavoratori: quali aspettative nutre dal vostro incontro con Benedetto
XVI?
R. – Siamo particolarmente grati per questo dono del Santo Padre. Il fatto
che Sua Santità voglia incontrarci è un’occasione eccezionale, proprio per i nostri
40 anni. E’ un motivo di speranza e di riflessione per quello che abbiamo fatto.
D.
– Ci può parlare dell’obiettivo del Movimento?
R. – Sì. Si tratta di un movimento
d’ispirazione cristiana, particolarmente attento al mondo del lavoro. Il nostro agire
è sempre legato alla ricerca di un’ispirazione interna alla Dottrina sociale della
Chiesa. Lavoriamo nel campo della formazione, dei servizi alla persona, della preparazione
sindacale. Lavoriamo per preparare quadri dirigenti per impegnarsi nel sociale e nel
politico, partendo da una forte ispirazione cristiana che, come ho detto, fa riferimento
alla Dottrina sociale della Chiesa.
D. – Carlo Cirotto, presidente del Movimento
ecclesiale per l’impegno culturale. Cosa le suggerisce questo incontro con il Pontefice?
R.
– E’ una grande emozione. Il nostro Movimento, quest’anno, compie 80 anni. E’ stato
fondato nel 1932, a Cagliari, ed è stato benemerito sia nella vita della Chiesa e
sia in quella della nazione.
D. – Qual è l’obiettivo del vostro Movimento,
pensando anche ai vostri 40 anni?
R. – L’obiettivo è quello già indicato nel
nome, ossia l’impegno di una carità intellettuale: nel senso di mettersi a servizio
della cultura per poterla fermentare di Vangelo. Questo Movimento è composto da intellettuali,
da gente che si interessa quantomeno di cultura, ed è interessata ad elaborare la
cultura per scopi evangelici.