2012-05-18 14:36:43

Sul ddl anticorruzione la maggioranza si spacca, poi la rassicurazione: insieme fino alle elezioni


Si riaccende il dibattito sulla tenuta del governo Monti, dopo l’ennesimo scontro nella maggioranza che lo sostiene, consumato ieri in commissione giustizia della Camera. Con i voti di Pd, Idv e Fli è passato un emendamento al ddl anticorruzione che aumenta la reclusione per questo tipo di reato. Si sono astenuti Udc e Lega. Il Pdl ha votato contro. I leader della coalizione si rimpallano la responsabilità di mettere a repentaglio l’esecutivo, poi in serata il leader del Pdl, Alfano, rassicura: staremo insieme fino alle prossime elezioni. Ma vista la forte conflittualità tra le forze politiche come si arriverà alle elezioni del 2013? Marco Guerra lo ha chiesto a Domenico Rosati editorialista del quotidiano "Avvenire": RealAudioMP3

R. - È improprio parlare di una maggioranza, una maggioranza non esiste. Esiste una convergenza di forze sull’opportunità che ci sia un governo, e che questo governo non sia espressione di una forza politica come lo era quello precedente. Si deve, evidentemente, operare in una situazione che è fatta appunto di convergenze, di convenienze, di contrasti, di ricerca di una visibilità e di un’originalità da parte delle forze che convergono. Queste situazioni sono frutto dell’anomalia di un sistema politico, che non riesce a darsi un equilibrio stabile. Questo è il male; poi gli altri sono sintomi.

D. - Su un tema come quello della corruzione, non si gioca la credibilità di tutta la classe dirigente?

R. - Qui bisogna anche dare un giudizio di merito. Non è che il centro-sinistra sia meglio da questo punto di vista, però, per lo meno, mostra di voler intervenire, mentre, dall’altra parte, questo non avviene. C’è invece un’altra questione che accomuna tutti: quella dell’uso distorto del finanziamento dei partiti e la natura dello stesso. Su questo c’è un ritardo di tutte le forze politiche. C’è da auspicare che prima delle elezioni, si arrivi ad una conclusione positiva.

D. - Alfano, Casini e Bersani sostengono che è il momento di accelerare sulle riforme, eppure, la maggioranza ha grandi difficoltà a trovare un accordo su questioni centrali, come la riforma elettorale, delle istituzioni e del marcato del lavoro. Quali prospettive vede?

R. - Sul mercato del lavoro si arriverà ad una conclusione, anche se il parlamento farà delle modifiche, il grosso della polemica è stato consumato, un compromesso sostanziale è stato raggiunto. Sulle altre cose temo seriamente che l’aver caricato il piatto delle riforme con interventi sulle istituzioni comporta un ritardo e forse l’affossamento della riforma elettorale che è la più urgente e la più necessaria visto che si andrà al voto tra un anno. Qui effettivamente si misura la debolezza del quadro politico e l’incapacità delle forze di convergere; inoltre avanzano energie destabilizzanti come quelle che si sono profilate al primo turno delle amministrative e questo dovrebbe far riflettere sulla necessità di non frenare ma di accelerare.









All the contents on this site are copyrighted ©.