Nella cornice della Sagrada Familia, si è chiuso a Barcellona il Cortile dei gentili
L’istituto di studi catalani è stato questo pomeriggio teatro del terzo atto del Cortile
dei Gentili apertosi ieri a Barcellona sul tema “Arte, bellezza e trascendenza”. Anche
quest’incontro della struttura vaticana dedicata al dialogo con i non credenti, che
si conclude in serata nella Basilica della Sagrada Familia, è promosso, come di consueto,
dal Pontificio Consiglio della cultura. Dal capoluogo catalano il nostro inviato,
FabioColagrande:
“Grazie per
avermi chiamato gentile. E’ un termine che preferisco a quello di ateo”. Esordisce
così il pittore catalano Perico Pastor, tra i protagonisti della tavola rotonda del
Cortile catalano dedicata allo ‘Spirituale nell’arte’. Con lui, al tavolo dei relatori,
un compositore, una romanziera e un regista teatrale. Ma davanti al card. Ravasi,
che presiede questa sessione con il presidente dell’Istituto di Studi catalani, anche
il teatrante Lluis Pasqual ringrazia per essere stato definito gentile, e ringrazia
la Chiesa per l’invito, visto che in Spagna, racconta, fino agli anni ’20, i sacerdoti
impedivano agli attori di comunicarsi ed essere seppelliti in terra sacra. Se si pensa
che anche ieri, all’inaugurazione nel Museo di arte catalana, il docente di estetica
Rafael Argullol, autodefinitosi un uomo in ricerca, aveva rivolto lo stesso ringraziamento
agli organizzatori, si capisce il successo di questo Cortile di Barcellona. Nella
città dove operò Antoni Gaudì, architetto geniale e cristiano coerente, artisti e
studiosi hanno riaffermato la capacità della bellezza e della religione di superare
l’immanente e dare al mondo quella speranza di salvezza evocata da Dostoevskij.