Paraguay: nell'anniversario dell'indipendenza la Chiesa invita a superare povertà
e corruzione
La celebrazione del Te Deum per i 201 anni dell’Indipendenza del Paraguay è stata
contrassegnata da una nota singolare: è stato impedito alle persone di entrare nella
cattedrale e nella piazza antistante, sebbene tale disposizione non sia stata ufficialmente
motivata da nessuno. Dinanzi a tutte le principali autorità del governo, lunedì scorso,
l'arcivescovo coadiutore di Asuncion, mons. Edmundo Ponziano Valenzuela Mellid. ha
descritto un Paese molto lontano rispetto a quello cui si era riferito poco prima
il Presidente Lugo nel suo discorso alla nazione pronunciato prima di entrare in cattedrale,
dinanzi alle sole autorità. Mons. Valenzuela Mellid ha ricordato che la Conferenza
episcopale del Paraguay, in occasione del Bicentenario, aveva chiesto di "superare
la povertà, il sottosviluppo e l'emarginazione in cui vive il Paese con politiche
pubbliche volte a far fronte alle situazioni urgenti della nazione". L’arcivescovo
ha detto che “la Chiesa chiede di superare l'impunità e la corruzione che hanno invaso
il Paese, e ciò ha a che fare con la necessità di una riforma del sistema giudiziario”.
Inoltre ha ricordato quello che c'è ancora da fare: “la riforma agraria, la lotta
contro il latifondismo, il recupero delle terre di cui alcuni si sono impossessati
in modo illecito, la protezione dell'ambiente”. Mons. Valenzuela ha esortato i presenti
a ringraziare Dio per il Paese e a pregare per il suo futuro, sicuri che la grazia
di Dio non verrà mai meno. Ai partiti politici ha chiesto di superare attriti e conflitti
di ogni genere, mettere da parte gli interessi personali o di gruppo, per costruire
una volontà politica per il bene comune del Paese. Infine l'arcivescovo ha chiamato
tutti a costruire una nazione, una grande famiglia, uniti sotto la stessa bandiera
degli ideali di pace, giustizia, libertà, unione ed uguaglianza, che Gesù Cristo ha
riassunto nel comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. (R.P.)