Honduras: trovato morto il giornalista sequestrato
Indossava un’uniforme dei ‘cobras’, corpo speciale della polizia, con una benda rossa
sul volto il cadavere di Alfredo Villatoro, il giornalista rapito il 9 maggio a Tegucigalpa
mentre si recava in redazione presso l’emittente radiofonica ‘Rhn’, la più seguita
del Paese, dove ogni mattina, da 20 anni, presentava il bollettino di notizie di cui
era coordinatore. La notizia del ritrovamento del corpo di Villatoro, con ferite di
proiettili alla testa, - riferisce l'agenzia Misna - è giunta ieri sera, appena due
ore dopo che il presidente della Repubblica, Porfirio Lobo, aveva dichiarato da San
Pedro Sula che la sua famiglia aveva ricevuto un video che dimostrava che era ancora
vivo. “E’ un affronto diretto allo Stato…occorre una strategia che ci consenta di
capire da dove viene la minaccia” ha detto il portavoce del ministero della Sicurezza,
Hector Iván Mejía, convinto tuttavia che quello di Villatoro sia stato un sequestro,
ma che la situazione sia sfuggita di mano ai suoi rapitori. E’ in ogni caso troppo
presto per avere certezze: “Abbiamo tre o quattro ipotesi” ha aggiunto. Anche l'arcivescovo
di Tegucigalpa, il cardinale Rodriguez Mariadaga, che aveva rivolto nei giorni scorsi
un forte appello per la sua liberazione, ha condannato l'assassinio del giornalista.
Il rapimento di Villatoro era seguito al ritrovamento del cadavere di un altro giornalista,
Erick Martínez Avila, rinvenuto in un canale di scolo a Guasculile, nel Distrito Central
(sud dell’Honduras). Dall’insediamento alla presidenza di Lobo, nel gennaio 2010,
sono 23 gli operatori dell’informazioni uccisi nel Paese centroamericano, almeno una
decina hanno subito attentati e tre hanno lasciato il Paese. (R.P.)