Ora la crisi greca
comincia a fare davvero paura. Basta dare un’occhiata a tre ultime, brevi notizie
per capire perché. La prima ci racconta di una Grecia senza certezza politica,
senza più leader in grado di indicargli la strada giusta, in balìa di una frantumazione
partitica nemica di quella coesione che sarebbe necessaria per imporre la ricetta
europea di salvataggio imposta da Bruxelles. La seconda è ancora più allarmante: in
poco meno di quattro giorni i correntisti ellenici hanno ritirato dalle banche qualcosa
come 900 milioni di euro cominciando a mettere seriamente a rischio la tenuta degli
istituti di credito che potrebbero fallire ingenerando un effetto domino su scala
europea. Ma è la terza a spaventare di più: il rendimento dei titoli decennali greci
è sprofondato al 30% di interesse. Cosa vuol dire? Che il Paese non sarà mai in grado
di rifinanziare il proprio debito pubblico né pagare gli interessi a chi lo sostiene
già. Terreno vantaggioso, questo, per gli speculatori che una volta spolpata la Grecia
passeranno ad interessarsi ad altri anelli deboli della catena: Portogallo, Spagna
e Italia in testa (di Federico Piana)