Appello di Caritas Europa sul ricongiungimento familiare
Per Caritas Europa, è “inaccettabile” che la Commissione europea stia chiudendo un
occhio sul fatto che vari Stati membri dell’Ue non si sono ancora adeguati alla direttiva
europea sul ricongiungimento familiare. Lo rivela una dichiarazione congiunta resa
pubblica ieri a Bruxelles dall’organismo e da 19 altre Ong. Secondo il comunicato,
ripreso dall'agenzia Zenit, la Commissione è al corrente della situazione già dal
2008 quando un rapporto di valutazione aveva richiamato l’attenzione sul mancato recepimento
della direttiva. Per questo, si legge nella dichiarazione, Caritas Europa chiede alla
Commissione europea di avviare procedure di infrazione contro gli Stati membri che
non si stanno ancora adeguando alle vigenti norme europee. Si tratta in particolare
– prosegue il comunicato – per quanto riguarda le agevolazioni ai fini dell’ingresso,
dei requisiti eccessivi per il ricongiungimento familiare, la proporzionalità delle
misure di integrazione e delle condizioni materiali aggiuntive, e delle prove requisite
per i beneficiari di protezione internazionale. “Caritas Europa considera la famiglia
un valore inalienabile che corrisponde alle esigenze più profonde e alla dignità della
persona”, si legge. “Inoltre, il ricongiungimento familiare è un diritto tutelato
dall’articolo 8 della Convenzione Europea sui Diritti dell’uomo e dall’articolo 7
della Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue”, ricorda il comunicato. Quindi, Caritas
Europa chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di affrontare i seguenti
8 punti: rimuovere gli ostacoli pratici al ricongiungimento familiare; rendere i tempi
di attesa e la durata delle procedure il più breve possibile; valutare la proporzionalità
e l’accessibilità alle misure di integrazione per il ricongiungimento familiare; trasformare
uguaglianza e proporzionalità nei principi guida di qualsiasi condizione materiale
o abitativa; i beneficiari di protezione sussidiaria devono godere delle stesse norme
favorevoli dei rifugiati; chiarire che il limite di età minima per gli sposi dovrebbe
essere la maggiore età e rivalutare come combattere i matrimoni forzati; chiarire
la definizione di membri familiari e di parenti a carico che hanno diritto al ricongiungimento
familiare sulla base di proporzionalità e non-discriminazione; garantire l’accesso
al permesso di soggiorno per lavoro autonomo/indipendente. (R.P.)