Slovenia: per i vescovi è "cristianofobia" l'incendio alla croce di Strugnano
“Un atto pubblico di incitamento, di promozione dell‘odio e dell‘intolleranza religiosa
attraverso la denigrazione dei simboli religiosi del cristianesimo”, “un tentativo
di stigmatizzare i cristiani nella nostra società ed un insulto intenzionale dei sentimenti
religiosi”. Con queste parole la Commissione Giustizia e Pace della conferenza episcopale
slovena ha definito l‘incendio “cristianofobico” della croce di Strunjan - Strugnano,
avvenuta lo scorso 10 maggio per opera di Dean Verzel, un artista che, già dieci anni
fa, aveva compiuto lo stesso gesto per il quale era stato perseguito penalmente, ma
assolto. La croce era stata eretta, in seguito ad un voto, nel 1600 dai marinai e
dai pescatori per essere protetti in mare. L’anno scorso gli abitanti del luogo l’avevano
ristrutturata nel quadro delle attività in preparazione ai festeggiamenti del 500°
anniversario delle apparizioni della Madonna, che si svolgono quest’anno. “Dato che
la stessa persona dieci anni fa aveva già incendiato la stessa croce - si legge nella
dichiarazione firmata da mons. Marjan Turnšek, arcivescovo metropolita di Maribor
e presidente della Commissione - riteniamo che si tratti con tutta evidenza di un‘azione
morale e giuridica infamante all‘interno dello spazio culturale sloveno”. Da qui l’invito
alle autorità nazionali competenti “a verificare al più presto possibile la presenza
di elementi costitutivi di reato e la responsabilità degli autori dell‘atto, sulla
base del Codice penale e delle disposizioni della Costituzione della Repubblica di
Slovenia e della Legge sulla libertà religiosa, che condannano inequivocabilmente
l‘incitamento all‘odio e all‘intolleranza religiosi”. Per il 17 maggio, nella parrocchia
dell‘Apparizione di Maria a Strunjan-Strugnano, è prevista una celebrazione di riconciliazione
dal titolo “Sotto la croce: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!”.
(R.P.)