Rapporto dell'Osservatorio nazionale: le famiglie in Italia fanno sempre meno figli
La famiglia in Italia è la meno sostenuta in Europa: così il ministro per la Cooperazione
internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, alla presentazione stamani a Roma
del Rapporto biennale dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. Dal Rapporto emerge
che il numero delle famiglie in Italia è in crescita - oggi sono 23,4 milioni e diventeranno
25,6 nel 2030 - ma saranno nuclei sempre più piccoli, con sempre meno figli e meno
componenti. La tendenza è che anche le donne immigrate faranno sempre meno figli.
Ha partecipato all'incontro stamani, tra gli altri, il prof. Pierpaolo Donati, uno
dei componenti del Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio. Il servizio di
Fausta Speranza:
In Italia, c’è
una domanda fortissima di politiche per la famiglia: lo afferma il ministro Andrea
Riccardi che della famiglia sottolinea il ruolo:
"Io lo credo e l’esperienza
di questi mesi me lo conferma con molta forza: la famiglia è il maggior ammortizzatore
sociale disponibile. Anzi, la famiglia riesce a farsi carico di situazioni di difficoltà
e disagio di vario genere".
L’assistenza c’è ma il meccanismo è opposto
a quello che dovrebbe essere:
"Il sistema Italia si caratterizza per l’esistenza
di una sussidiarietà alla rovescia: sono le famiglie che compensano la mancanza di
welfare pubblico, dedicato specificatamente alle problematiche familiari".
Riccardi
conferma il recupero di fondi per gli anziani annunciato venerdì scorso:
"Si
tratta di fondi europei recuperati - sarebbero andati perduti - e ci dice qualcosa
anche su questa Europa che noi tante volte vediamo come una madre arcigna, mentre
in realtà, soprattutto l’Europa, ci presenta una serie di occasioni e opportunità
che spesso noi non cogliamo".
In relazione all’Europa, il ministro dice:
"In
Italia, in confronto alla media europea, siamo indietro per quello che riguarda il
sostegno delle famiglie".
E la raccomandazione del ministro Riccardi è
ad ampio raggio:
"Tale Rapporto inserisce il discorso famiglia in un contesto
che è più largo e cioè nel discorso della crisi di un universo relazionale in occidente.
Non isoliamo il discorso della famiglia, noi dobbiamo cominciare a fare un discorso
sulla crisi della cultura della famiglia e sulla crisi della cultura dell’essere insieme
in Europa Occidentale. Il messaggio veicolato ai giovani oggi è: per affermarsi bisogna
puntare su di sé, bisogna essere soli, non bisogna avere legami stabili".
A
sottolineare il peso della crisi economica è il prof. Pierpaolo Donati:
"Crediamo
che questo sia il momento più difficile che le famiglie italiane attraversano da anni
a questa parte, nonostante ci siano state anche delle fasi della storia italiana di
grande difficoltà per il Paese. Ma è proprio l’analisi della famiglia che ci dice
quanto il tessuto sociale dell’Italia si stia logorando".
Donati dice senza
mezzi termini che negli ultimi 30 anni in Italia si sono fatti praticamente solo Rapporti,
nessuna vera azione strategica. E poi sottolinea che nel Rapporto 2011-2012 non ci
sono solo i dati:
"Nel Rapporto, è presente una documentazione molto originale,
perché i dati che vengono presentati sono elaborazioni che non sono accessibili altrove
frutto di molte ricerche. Ma c’è anche un insieme di proposte rivolte al legislatore
e agli amministratori, perché questo è previsto nello statuto dell’Osservatorio attuale".
“La
situazione in Italia è difficile ma si può ancora agire”, afferma il ministro Riccardi,
che lancia un messaggio forte ai partiti: “Investire sulla famiglia non rende a medio
termine – spiega – e i partiti non sanno più ragionare a lunga scadenza ma piuttosto
solo in funzione della rielezione”. La raccomandazione è quella di avere una visione
del futuro:
"Non solo siamo tutti più isolati, ma la vita è pensata in
modo individuale: questo è il nodo culturale antropologico".
Dunque, si
deve parlare di famiglia ma si deve anche affrontare un nodo antropologico. E qui
l’appello è per tutti.