Filippine: accuse dell’esercito alle religiose impegnate a Mindanao
Due religiose filippine, impegnate per la pace, la difesa dei popoli indigeni e del
patrimonio naturale di Mindanao, sono accusate dai militari di essere “comuniste e
ribelli”, fiancheggiatrici del gruppo guerrigliero “New People’s Army” (Npa), che
da decenni tiene in scacco con una insurrezione armata di matrice comunista il governo
di Manila. Come appreso dall’agenzia Fides, le vittime di una campagna diffamatoria
di alcuni ufficiali dell’esercito filippino sono suor Stella Matutina, monaca benedettina,
e suor Julita Encarnacion, delle Suore dell'Assunzione di Maria. Le due religiose
sono da tempo impegnate sull’isola di Mindanao in campagne di pace, giustizia, difesa
dell’ambiente. Hanno criticato la vasta opera di sfruttamento minerario e delle risorse
naturali, con cui multinazionali straniere, grazie ad accordi con il governo, depredano
le ricchezze di Mindanao. Hanno denunciato la corruzione dei poteri locali. Sono a
fianco dei popoli indigeni e hanno alzato la voce contro l’impunità degli omicidi
che attraversano l’isola, anche nel caso dell’uccisione del missionario padre Fausto
Tintorio, del Pime. Hanno coordinato attività e manifestazioni della società civile
e delle comunità cristiane a Mindanao. Ma, sopratutto, sono considerate “nemiche dell’esercito”,
perchè hanno denunciato la campagna di repressione compiuta dai militari nell’operazione
contro-insurrezionalista “Oplan Bayanihan”, avviata dal governo Arroyo e confermata
dal governo di Benigno Aquino. L’operazione prevede un massiccio stanziamento militare
a Mindanao per contrastare i ribelli dell’Npa e scovarne i leader. Tali operazioni,
però – denunciano le suore – implicano spesso abusi di potere, violazioni dei diritti
umani, azioni violente contro civili e indigeni, uccisioni extragiudiziali di leader
e attivisti locali, soprattutto attraverso le milizie paramilitari create e guidate
dall’esercito. Le suore hanno anche promosso una petizione per il ritiro del contingente
militare, affermando che “finchè le Forze Armate delle Filippine continuano a servire
gli interessi delle grandi compagnie, la loro cosiddetta pace porterà solo più caos
e sofferenze alle comunità povere”. Suor Julita Encarnacion fa parte di una associazione
che riunisce numerosi missionari, chiamata “Missionari rurali delle Filippine”. Suor
Stella ha creato nella diocesi di Mati il gruppo “Benedettini per la Pace” ed è la
segretaria dell’Ong “Panalipdan Mindanao”, organizzazione di “difensori e avvocati
dell’ambiente, del Creato e del patrimonio di Mindanao”. In passato, con altri due
membri del movimento, suor Stella è stata arrestata e interrogata per otto ore. I
militari del 28° Battaglione di Fanteria, stanziato a Davao orientale, hanno detto
che “suor Stella è una suora mascherata, in verità è un membro dell’Npa”. Gli stessi
leader del Battaglione avevano accusato anche padre Tentorio di essere membro dell’Npa.
Padre Angel Calvo, missionario Clarettiano da 40 anni a Mindanao, ricorda a Fides
che “accusare preti, suore e missionari di essere ribelli comunisti era pratica comune
ai tempi della Legge Marziale, per tutti coloro che criticavano il regime. Ora i tempi
e il contesto sono molto diversi, gli accusatori sono certo leader militari locali.
Ma i missionari non si spaventano, continuano a difendere i valori del Vangelo, i
poveri e i deboli”. (R.P.)