2012-05-15 15:15:55

Convegno a Milano sulla tradizione cristiana, valore forte in una fase di crisi


All’Italia occorre una cultura condivisa per sopperire a quella mancanza di visione che sembra caratterizzare l’oggi. E la tradizione cristiana può tornare a dare il suo contributo alle tante attese dell’Italia. E’ il messaggio partito dal Convegno milanese inaugurato ieri alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che cerca di individuare quale contributo da parte dei cattolici è ancora possibile oggi per una nuova unità del Paese. Il servizio da Milano di Fabio Brenna:RealAudioMP3

Riprendendo il Messaggio di Benedetto XVI in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha notato come il Risorgimento venne identificato come un moto contrario alla Chiesa e al cattolicesimo. In realtà, esso costituì il naturale sbocco di uno sviluppo identitario nazionale cui, sottolineava il Papa, il cristianesimo ha contribuito in maniera fondamentale attraverso l’opera ella Chiesa, delle sue istituzioni educative e assistenziali, fissando modelli di comportamento, raffigurazioni istituzionali, rapporti sociali, ma anche mediante una ricchissima attività artistica. Ecco allora che, anche oggi, he il cattolicesimo italiano può tornare a fornire quel contributo che diede allora per l’unità di Italia.
Un contributo che secondo il prof. Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, prende le forme oggi di una visione di futuro: la capacità cioè di coniugare il senso del passato con l’indicazione per il futuro. Occorre però, ha concluso Riccardi, una cultura condivisa che nella libertà sia riferimento a un pluralismo intenso e mobile. Questo è il quadro che occorre a una nazione diventata plurale etnicamente e religiosamente, dove bisogna riprendere a parlare di politica, ha detto, con profondità storica e con speranza per il futuro.







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