Convegno a Milano sulla tradizione cristiana, valore forte in una fase di crisi
All’Italia occorre una cultura condivisa per sopperire a quella mancanza di visione
che sembra caratterizzare l’oggi. E la tradizione cristiana può tornare a dare il
suo contributo alle tante attese dell’Italia. E’ il messaggio partito dal Convegno
milanese inaugurato ieri alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,
che cerca di individuare quale contributo da parte dei cattolici è ancora possibile
oggi per una nuova unità del Paese. Il servizio da Milano di Fabio Brenna:
Riprendendo
il Messaggio di Benedetto XVI in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, il cardinale
Dionigi Tettamanzi ha notato come il Risorgimento venne identificato come un moto
contrario alla Chiesa e al cattolicesimo. In realtà, esso costituì il naturale sbocco
di uno sviluppo identitario nazionale cui, sottolineava il Papa, il cristianesimo
ha contribuito in maniera fondamentale attraverso l’opera ella Chiesa, delle sue istituzioni
educative e assistenziali, fissando modelli di comportamento, raffigurazioni istituzionali,
rapporti sociali, ma anche mediante una ricchissima attività artistica. Ecco allora
che, anche oggi, he il cattolicesimo italiano può tornare a fornire quel contributo
che diede allora per l’unità di Italia. Un contributo che secondo il prof. Andrea
Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, prende le
forme oggi di una visione di futuro: la capacità cioè di coniugare il senso del passato
con l’indicazione per il futuro. Occorre però, ha concluso Riccardi, una cultura condivisa
che nella libertà sia riferimento a un pluralismo intenso e mobile. Questo è il quadro
che occorre a una nazione diventata plurale etnicamente e religiosamente, dove bisogna
riprendere a parlare di politica, ha detto, con profondità storica e con speranza
per il futuro.