2012-05-14 16:42:16

Terrorismo. Cancellieri: nessun incremento dell'esercito


Non ci sarà un incremento di uomini dell'esercito in chiave antiterrorismo ma una razionalizzazione. Così il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri che sull'attendibilità della pista anarchica in merito al ferimento del manager dell’Ansaldo Roberto Adinolfi, ha detto che sono "gli inquirenti ad averne riconosciuto l'attendibilità". Intanto si attende giovedì quando si riunirà un Comitato per l’ordine e la sicurezza ad hoc. Ma si può parlare di un legame con la crisi economica in atto nel paese? Debora Donnini lo ha chiesto a Victor Franco Pisano, esperto di terrorismo e capo del dipartimento Scienze informative dell'Università internazionale di scienze sociali:

R. – Quando parliamo di atti terroristici ovviamente parliamo di uno sfruttamento da parte di settori ideologici portati alla violenza, a sfruttare appunto situazioni ambientali negative: situazioni di natura economica, politica, sociale. Quindi sicuramente c’è uno sfruttamento in corso, che poi potrebbe estendersi anche ad altre aggregazioni, non necessariamente anarchiche, che potrebbero anche essere marxiste-leniniste, neonaziste e quant’altro.

D. - Quali sono gli obiettivi per cui ci sono più timori...

R. - Tradizionalmente le aggregazioni anarchiche insurrezionaliste hanno come obiettivi principali le carceri ed il capitale. Se andiamo a vedere la rivendicazione dell’attentato del 7 maggio, leggiamo che loro mirano ad un futuro senza confini, guerre, classi sociali, economia, sfruttati e sfruttatori. Questo vuol dire che praticamente tutto ciò che può rientrare in questa loro visione di vita, che viene contrastata da determinate istituzioni, è un obiettivo valido per loro. Quindi io non credo che possiamo mettere limiti. Quello che credo, invece, è che vadano considerati principalmente obiettivi di natura economica e le carceri. Non dimentichiamo che però elementi anarchici partecipano anche ad una serie di manifestazioni che poi degenerano in violenza, tipo le manifestazioni no Tav, sotto il velo di protezione dell’ambiente.

D. – Giovedì si farà il punto sulla situazione. Il ministro Cancellieri ha convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza ad hoc. Sul tavolo ci dovrà essere un quadro preciso che consenta di garantire la massima protezione possibile ai luoghi e alle persone minacciate. Secondo lei, quanto è alto il rischio di un ritorno al terrorismo?

R. – Il terrorismo non è mai cessato, perché determinate ideologie sono dure a morire. Abbiamo visto tentativi di rivitalizzazione delle Brigate Rosse ad esempio. E per quanto riguarda gli anarchici, se vogliamo parlare di epoca contemporanea, è almeno dal ’76 che sono attivi, iniziando con l’aggregazione che chiamavano Azione Rivoluzionaria. Ma la cosa che a me preoccupa è questa: il 9 dicembre dell’anno scorso hanno inviato un ordigno esplosivo a Mario Cuccagna, il direttore generale di Equitalia e una ventina di giorni dopo, il 31 dicembre, la stampa riportava che in una lettera inviata dagli anarchici all’Adnkronos preannunciavano il passaggio da pacchi bomba a proiettili e infatti il 7 maggio c’è stato l’attentato a Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo nucleare. Quindi c’è sicuramente il progetto di alzare il tiro, in un contesto di una solidarietà internazionale in ambito anarchico. Non a caso il gruppo che ha rivendicato l’attentato a Roberto Adinolfi si definisce Nucleo Olga Federazione Anarchica Informale, fronte rivoluzionario internazionale. Olga non era altro che un’anarchica greca, arrestata in Grecia nel marzo 2011.

D. – Gli anarchici italiani sono legati ad altri gruppi anarchici, ad esempio greci?

R. – Greci, tedeschi, latino-americani hanno sicuramente dei legami. Questo non vuol dire che il tutto sia una struttura rigida. C’è una flessibilità in questi contatti, c’è uno scambio di informazioni, di esperienze. Quello che escluderei, almeno allo stato attuale - che non rientrerebbe fra l’altro nemmeno nelle tradizioni dell’anarchia - è che vi sia una cosiddetta cupola.

D. – Proseguono anche le indagini sulle molotov contro la sede di Equitalia di Livorno. Ma secondo quanto si apprende, in questo caso l’idea è che non si tratti di un gruppo organizzato, ma di alcuni giovani del territorio. Quindi c’è anche una protesta, forme di violenza che nascono semplicemente dal disagio sociale...

R. – Molte azioni di protesta possono provenire anche da chi in un determinato momento si trova in una situazione di disagio ed esprime rabbia o dissenso con metodi violenti e quindi illeciti. Non credo si possa attribuire agli anarchici ogni atto di violenza che si sta svolgendo in questo frangente storico, ma sicuramente il tutto fa gioco a chi ha intenzione di tentare metodi rivoluzionari per raggiungere un cambiamento radicale nella società, nelle istituzioni, nello Stato.









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