2012-05-14 15:37:43

Debito pubblico a livelli record, in calo le entrate tributarie


In Italia sale il debito pubblico, scendono le entrate fiscali. A rilevarlo è la Banca d’Italia nel supplemento al Bollettino statistico dedicato alla finanza pubblica. Resta invece stabile l’inflazione anche se ad aprile, secondo dati Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,5%. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3
Cresce a livelli record il debito pubblico, salito a marzo in base ai dati resi noti dalla Banca d’Italia, a 1.946 miliardi di euro. Nel primo trimestre di quest’anno le entrate fiscali sono inoltre calate dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Si tratta di trend legati a diversi fattori, come sottolinea l’economista Giacomo Vaciago:
“La riduzione assoluta del debito partirà dal 2014. Che il debito pubblico aumenti ancora in questi primi mesi dell’anno non stupisce, abbiamo ancora un deficit. La cosa più allarmante è che nel primo trimestre di quest’anno le entrate tributarie, rispetto al corrispondente periodo di un anno fa, sono in calo. Non è l’aumento dell’evasione, è la riduzione del reddito da recessione. L’economia italiana è in recessione da tre trimestri. Le entrate tributarie calano quando le cose vanno male e quindi, temporaneamente, aggravano i problemi del debito. E’ un circolo vizioso che in forme esasperate abbiamo visto in Grecia e in Spagna. Da noi non è così grave, ma è presente. L’austerità che fa male temporaneamente all’economia rende anche più difficile ridurre il deficit pubblico. Ci vogliono, da un lato, politiche per la crescita e, dall’altro, austerità, e sapere che la cura richiede tre anni, non tre mesi”.
Intanto le borse europee, tra cui Piazza Affari, sono in forte calo e lo spread tra Btp e Bund risale oltre 440 punti. Un altro dato preoccupante riguarda i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza che, secondo l’Istat, aumentano ad aprile dello 0,4%. Rischiano questi trend di diventare insostenibili? Ancora l’economista Giacomo Vaciago:
“Aumentano la sofferenza di quelli che già stanno male. Avere perso lo stipendio o aver ridotto il reddito e contemporaneamente pagare più care le cose che compri vuol dire che soffri due volte: hai meno reddito e i prezzi stanno crescendo. L’Istat pubblica due dati, quello relativo al paniere dei beni complessivamente acquistati e poi quello dei beni più spesso acquistati. Attenzione: i beni più spesso acquistati sono anche i beni di prima necessità - il pane e il latte - e questo, quindi, preoccupa perché vuol dire che sono i ceti deboli quelli che pagano di più”.
Tra i prodotti con aumenti più alti, si registra il rincaro dei prezzi dei carburanti, cresciuti su base annua di oltre il 20%.








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