Croazia: I vescovi: "no" al congelamento degli embrioni e alla fecondazione eterologa
Una proposta di legge moralmente e legalmente inaccettabile, perché viola i diritti
umani dei bambini e le disposizioni della Costituzione croata: così la Chiesa di Zagabria,
in una nota, definisce il progetto normativo sulla fecondazione assistita, approvato
nei giorni scorsi dal governo locale. Secondo il disegno di legge, sarà possibile,
tra l’altro, selezionare e congelare gli embrioni e ricorrere a gameti di una terza
persona esterna alla coppia. Entro i 18 anni, inoltre, il bambino nato da fecondazione
assistita avrà il diritto di conoscere le sue origini, mentre non si prevede più l’obbligo
di ricorrere a consulenza psicologica e giuridica. Tale progetto normativo, dunque,
non trova il sostegno della Conferenza episcopale croata ed in particolare, i vescovi
affermano: “Il congelamento degli embrioni, che renderebbe possibile la creazione
di altri embrioni al di fuori dell’ambito familiare grazie ai gameti di genitori surrogati,
priverebbe il bambino, nato da una simile procedura, del diritto di avere un padre
ed una madre biologici”. E questo, prosegue la nota, potrebbe trasformare il bambino
di un soggetto “particolarmente vulnerabile e soggetto a discriminazioni”. Inoltre,
una volta venuto a conoscenza “del metodo e della procedura che ha dato inizio alla
sua vita”, il minore potrebbe subirne “conseguenze a livello psicologico nel periodo
più sensibile della formazione della sua personalità”. Ribadendo, quindi, che “un
embrione è un essere umano nella fase primaria e più delicata del suo sviluppo”, i
vescovi croati citano l’art. 21 della Costituzione nazionale, secondo il quale “ogni
essere umano, e quindi ogni embrione, ha diritto alla vita”. Di conseguenza, “il congelamento
e la selezione degli embrioni stessi viola tale diritto garantito dalla Costituzione”.
Poi, la Chiesa di Zagabria cita sia la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia
- la quale stabilisce che “ad un bambino bisogna garantire la tutela legale e le cure
dei genitori anche prima della sua nascita” – sia il Family Act della Repubblica della
Croazia, che “obbliga i coniugi a praticare il rispetto e la fedeltà reciproca”. In
base a tale principio, quindi, affermano i vescovi, la fecondazione con l’uso di un
gamete di una terza persona, esterna alla coppia, equivale a partorire un figlio “concepito
in adulterio, biologico e genetico”. Infine, i presuli croati sottolineano che “una
simile proposta di legge, le cui disposizioni ignorano totalmente i principi morali
generali, potrebbe avere, a lungo termine, un impatto negativo sulla moralità della
maggioranza della popolazione”, poiché “aprirebbe alla possibilità di ulteriori manipolazioni
e minerebbe definitivamente la famiglia fondata sul matrimonio”. Di qui, l’appello
che chiude la nota episcopale: i parlamentari, in particolare quelli cattolici, vengono
invitati a “non approvare leggi dannose moralmente e legalmente”, mentre i fedeli
sono chiamati a “fare attenzione ai pericoli derivanti da leggi immorali, impiegando
tutti i mezzi civili a disposizione per prevenire la loro adozione ed emendare una
legislazione inaccettabile”. (I.P.)