Oltre 10mila persone hanno partecipato, ieri, alla Marcia nazionale per la vita che
si è tenuta ad Ottawa, in Canada. Presenti anche molti vescovi, tra cui l’arcivescovo
di Québec, mons. Gérald Cyprien Lacroix. Celebrando la Santa Messa nel corso della
mattinata, mons. Lacroix ha ribadito l’importanza del legame tra la misericordia ed
il dialogo: “Si può progredire nel dialogo – ha detto il presule – non soltanto portando
avanti il rispetto della vita, ma anche la misericordia, poiché è in essa che si trova
la pace del cuore e l’apertura alla bellezza e alla grandezza della vita”. Ad organizzare
la marcia è stato l’Organismo cattolico per la vita e la famiglia (Ocvf) che per l’occasione
ha pubblicato, sul suo sito web, una brochure di riflessione dedicata al punto di
vista cattolico sulla questione dell’aborto. Nella presentazione della brochure, l’Organismo
chiede l’adozione di “un approccio chiaro, onesto e pastorale, secondo gli insegnamenti
della Chiesa cattolica, su questa questione estremamente difficile”. Quanto alle donne,
l’Ocvf scrive: “Nessuna condanna, ma uno sguardo lucido e compassionevole sul dramma
delle donne che si trovano di fronte ad una gravidanza imprevista o che sono già vittime
di un aborto”. Necessario, quindi “costruire insieme una società più umana fondata
sulla vera cultura della vita”. Da ricordare che nell’aprile scorso, annunciando l’indizione
della Marcia nazionale, l’Ocvf aveva pubblicato un messaggio: nel documento, si affermava
che “un bambino nel grembo materno deve essere rispettato come persona a partire dal
concepimento”, poiché “sin dall’inizio del suo sviluppo esso è un essere umano unico
e assolutamente insostituibile”. Tanto più che, sottolineava ancora l’Ocvf, “la storia
ha dimostrato più volte che se non si rispetta il diritto alla vita del nascituro,
prima o poi si violano anche gli altri diritti”. (A cura di Isabella Piro)