2012-05-12 15:23:29

Il nuovo arcivescovo di Seoul, da sempre attivo per il dialogo con il Nord e la difesa della vita


Il dialogo con la Corea del Nord ma soprattutto la difesa della vita in una società sempre più secolarizzata "sono le sfide che attendono il nuovo arcivescovo di Seoul, mons. Andrea Yeom Soo-jung, nominato dal Papa il 10 maggio". Lo dice ad AsiaNews padre Luca Kim, sacerdote della capitale coreana. Il nuovo arcivescovo "era da tempo ausiliare, e il ritiro del cardinale Nicolas Cheung Jin-suk era previsto per i limiti di età. Ora il nuovo pastore dovrà affrontare quei temi che da sempre sono al primo posto nei pensieri della Chiesa coreana: come rispondere alla secolarizzazione della nostra società e come convivere con il Nord. Mons. Yeom è infatti anche amministratore apostolico di Pyongyang". Il nuovo arcivescovo, finora vescovo titolare di Tibiuca, ausiliare e vicario generale di Seoul, è nato il 5 dicembre 1943 a Ansong, diocesi di Suwon, in una famiglia cattolica da 5 generazioni. Il nonno di suo nonno venne martirizzato nel 1850 insieme ad altri fedeli durante i primi anni della Chiesa cattolica in Corea. Due delle sue 5 sorelle sono suore. Mons. Yeom è stato ordinato sacerdote l'8 dicembre 1970 a Seoul dal cardinale Stephen Kim. Dopo l'ordinazione sacerdotale ha ricoperto diversi incarichi: vice parroco; professore e preside del seminario minore di Songshin; parroco; procuratore del seminario maggiore di Seoul; cancelliere della curia arcidiocesana. Il 12 dicembre 2001 è stato nominato vescovo titolare di Tibiuca e ausiliare dell'arcidiocesi di Seoul. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 25 gennaio 2002. Il nuovo arcivescovo è da sempre impegnato nella battaglia a favore della bioetica e nel dialogo con il Nord. Dalla sua nomina a vescovo ausiliare ha ricoperto l'incarico di presidente della Commissione episcopale per la Vita, organo della Conferenza episcopale coreana che si occupa dei problemi collegati alla manipolazione genetica che, in Corea del Sud, è un argomento molto sentito. Inoltre ha ricoperto il ruolo di presidente della Commissione per la riconciliazione del popolo coreano dell'arcidiocesi. Nel corso del suo lavoro in Commissione ha sempre privilegiato il dialogo e, nel 2002, ha inviato una lettera al presidente dell'Associazione cattolica della Corea del Nord Samuel Jang Jae-eun chiedendo di pregare per la riconciliazione e l'unità della penisola. Nel testo scriveva: "Sono molto felice di essere coinvolto in questa nobile opera, quella di riunire il popolo coreano. Ora, con pazienza e con molta preghiera, dobbiamo concentrare le nostre menti e i nostri sforzi per far progredire una pacifica riunificazione, attesa da molto tempo dal popolo coreano".







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