2012-05-12 14:40:25

Cooperazione ed economia al centro del vertice tra Cina, Giappone e Sud Corea


Cina, Corea del Sud e Giappone a confronto da domani a Pechino nel quinto Vertice Trilaterale, alla presenza del premier cinese Wen Jiabao, del presidente sudcoreano Lee Myung-bak, e del premier giapponese Yoshihiko Noda. Numerosi i temi in agenda: dalla cooperazione a tre, alle possibilità di sviluppo economico, fino alle ambizioni nucleari della Corea del Nord. Salvatore Sabatino ha chiesto a Francesco Sisci, editorialista ed esperto di Asia del "Sole 24 Ore", qual è la valenza economica di questo summit:RealAudioMP3

R. – E’ un incontro rituale e questa ritualità è il fatto forte: ormai si sta costituendo e rafforzando una cooperazione politica, economica e strategica molto importante tra questi tre Paesi cruciali dell’Asia orientale.

D. – Questi Paesi rappresentano, di fatto, il nuovo motore economico mondiale. Quanto le scelte che usciranno da questo vertice potranno influire sugli equilibri finanziari globali?

R. – Influiranno in parte, perché si tratta di nuovo e vecchio, in realtà, ancora messi insieme. In questo vertice, infatti, non c’è l’India né i Paesi del Sud-Est asiatico, mentre c’è il Giappone che da anni ha un’economia che arranca, e che quindi non ha una grande rappresentatività della spinta economica che viene dall’area. Quindi, da un punto di vista economico è importante, ma – oserei dire – non fondamentale, anche perché c’è un altro grande assente: l’America.

D. – Sappiamo anche che il Giappone e la Corea del Sud sono due potenze che hanno puntato sulla produzione di alte tecnologie, la Cina no o non del tutto. Quali sono i punti in comune tra questi tre Paesi?

R. – Se i tre Paesi aumentano la cooperazione economica, questo naturalmente avrà un effetto benefico per tutto il gruppo. Quindi, c’è questa possibilità di creare sinergie. In questo senso, la Cina offre un grandissimo mercato potenziale e la possibilità di essere una base di produzione, di lavoro a costi bassi. Dal canto loro, Corea e Giappone hanno quelle tecnologie che potrebbero essere utili ed essere applicabili in Cina e, dunque, creare un esito benefico per l’economia regionale, ma anche per l’economia mondiale. Questo può avvenire, però, solo nell’ambito di una tranquillità politica e strategica: Cina, Giappone e Corea del Sud non devono, in pratica, sentirsi minacciate a vicenda.

D. – Ci deve essere anche un accordo politico sulle questioni estere. Sappiamo ad esempio che le ambizioni nucleari della Corea del Nord non hanno tenuto sempre uniti questi Paesi...

R. – No, lì ci sono delle disparità di visioni, però queste disparità non sono in realtà gigantesche: nessuno di questi Paesi, ad esempio, vuole il crollo di Pyongyang, perché nessuno vuole pagarne i costi e le conseguenze.

D. – L’Europa e gli Stati Uniti guardano con grande interesse al vertice di Pechino, perché sanno che ormai l’asse economico mondiale si è spostato verso Oriente. Avrà un peso questo interesse sull’incontro?

R. – Non credo immediatamente, a meno che questi tre Paesi non decidano di avere degli interventi congiunti o sull’America, sul dollaro americano o, visto che la situazione economica americana sta migliorando, sull’Europa. Sul Vecchio Continente, però, la questione è più complicata e delicata, perché in generale la valutazione che si fa da queste parti del mondo sulla situazione europea è che non si tratti di una crisi economica, quanto di una crisi politica, cioè dell’incapacità dell’Europa di avere delle politiche economiche finanziarie comuni, intorno a cui muoversi in un futuro di medio e lungo termine.







All the contents on this site are copyrighted ©.