2012-05-11 07:22:49

Siria. Il patriarca Gregorios III: "Barbarie senza precedenti, il mondo dica basta"


“Eravamo in preghiera nella cappella della cattedrale quando un forte boato ha mandato in frantumi tutti i vetri. Le mura della sala sono state come scosse da uno spostamento d’aria improvviso, abbiamo pensato a un terremoto”: è ancora incredulo mons. Gregorios Laham III, patriarca dei greco-melkiti di Antiochia e di tutto l’Oriente mentre descrive all'agenzia Misna gli attimi di terrore che hanno accompagnato ieri mattina il duplice attentato nella capitale siriana. La cattedrale di Bab Sharqi, alla fine della ‘via Recta’, che conduce alla cappella di Anania (il martire cristiano che fece recuperare la vista a San Paolo) si trova a due forse tre chilometri dal luogo dell’esplosione che ha causato decine di morti e oltre 300 feriti. “Alla televisione hanno mostrato le immagini di un immenso cratere, automobili e palazzi divelti, sangue dappertutto. Il pullmino dei bambini che vengono a scuola da noi era passato per quella strada appena 10 minuti prima. È un miracolo che non siano rimasti coinvolti” racconta il religioso, presidente dell’assemblea della gerarchia cattolica siriana, condannando “un atto di barbarie senza precedenti in Siria, che ha mostrato il vero volto delle forze che si agitano dietro quest’assurda guerra di propaganda”. La voce del patriarca, scossa dall’emozione nel giorno del peggior attentato della storia recente del paese si leva anche contro il mondo che “non ascolta le grida di angoscia del popolo siriano”. Come nel caso della vicina Palestina, “anche in questo angolo, finora inviolato della Terra Santa, scorre oggi il sangue di gente innocente” avverte il patriarca, sottolineando che “da 63 anni la Terra Santa attende la pace, nel silenzio e nell’indifferenza del mondo, che finora ha concesso solo parole vuote”. È arrivato il momento “di finirla con le parodie di una politica dal volto doppio, le cui promesse non mantenute e i cui interessi inconfessabili bruciano come sale sulle ferite aperte di un’intera regione del mondo” insiste mons. Laham. “Il mondo – conclude – non può permettere che l’odio e la guerra inghiottano il Medio Oriente in un gorgo senza fondo. È ora di dire basta”. (R.P.)







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