2012-05-10 14:13:22

Messico: in vista delle elezioni i vescovi temono inflitrazioni dei narcos


“Il pericolo che questi gruppi criminali si infiltrino è reale a causa della mancanza di meccanismi per regolare i limiti delle campagne elettorali. Non ci resta che fare appello all’onestà dei candidati”: lo ha detto mons. Benjamín Castillo, vescovo di Celaja (nello stato di Guanajuato), riassumendo la preoccupazione dei vescovi del Messico centrale per il rischio che i cartelli della droga finiscano per finanziare gli aspiranti alle presidenziali e legislative del prossimo 1° luglio. I presuli - riferisce l'agenzia Misna - si sono riuniti a Guanajuato, tappa a marzo della prima visita di Benedetto XVI in Messico, da dove hanno emesso un comunicato: “Abbiamo sentito la necessità di pronunciarci e dare un orientamente dal punto di vista pastorale alle persone, affinché la voce dei loro pastori serva da criterio per orientarsi nelle loro decisioni” ha spiegato ai giornalisti mons. Martín Rábago, arcivescovo di León. “Con dolore e preoccupazione” ha aggiunto mons. Rábago, i vescovi osservano “una realtà che indigna molti settori e si manifesta nella disoccupazione, l’immigrazione, i sequestri e la presenza di bande criminali, l’insicurezza, la violenza, le esecuzioni”. In attesa del voto di luglio, il Messico continua a registrare con scadenza quotidiana morti violente – almeno 50.000 le vittime dal dicembre 2006 – nell’ambito di una lotta senza quartiere tra cartelli della droga rivali, malgrado la massiccia ‘contro-offensiva’ delle forze armate, spesso raggiunte da denunce per violazioni e abusi. Solo ieri i cadaveri mutilati di 18 persone sono stati rinvenuti lungo una strada di un piccolo Comune dello Stato occidentale di Jalisco, presumibilmente vittime di un regolamento di conti. La società civile è stata protagonista di numerose iniziative contro la violenza che, tuttavia, vengono cancellate dalla cronaca nera. L’ultima, in ordine di tempo, è quella intrapresa dalle madri di ‘desaparecidos’ messicani e centroamericani che martedì hanno iniziato una marcia da Chihuahua, nel nord, verso Città del Messico che passerà per alcune delle zone più colpite dalla brutalità dei narcos. Secondo la Commissione nazionale dei diritti umani oltre 5mila persone sono ‘scomparse’ nel Paese tra il 2006 e il 2011. (R.P.)







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