Messico: in vista delle elezioni i vescovi temono inflitrazioni dei narcos
“Il pericolo che questi gruppi criminali si infiltrino è reale a causa della mancanza
di meccanismi per regolare i limiti delle campagne elettorali. Non ci resta che fare
appello all’onestà dei candidati”: lo ha detto mons. Benjamín Castillo, vescovo di
Celaja (nello stato di Guanajuato), riassumendo la preoccupazione dei vescovi del
Messico centrale per il rischio che i cartelli della droga finiscano per finanziare
gli aspiranti alle presidenziali e legislative del prossimo 1° luglio. I presuli -
riferisce l'agenzia Misna - si sono riuniti a Guanajuato, tappa a marzo della prima
visita di Benedetto XVI in Messico, da dove hanno emesso un comunicato: “Abbiamo sentito
la necessità di pronunciarci e dare un orientamente dal punto di vista pastorale alle
persone, affinché la voce dei loro pastori serva da criterio per orientarsi nelle
loro decisioni” ha spiegato ai giornalisti mons. Martín Rábago, arcivescovo di León.
“Con dolore e preoccupazione” ha aggiunto mons. Rábago, i vescovi osservano “una realtà
che indigna molti settori e si manifesta nella disoccupazione, l’immigrazione, i sequestri
e la presenza di bande criminali, l’insicurezza, la violenza, le esecuzioni”. In attesa
del voto di luglio, il Messico continua a registrare con scadenza quotidiana morti
violente – almeno 50.000 le vittime dal dicembre 2006 – nell’ambito di una lotta senza
quartiere tra cartelli della droga rivali, malgrado la massiccia ‘contro-offensiva’
delle forze armate, spesso raggiunte da denunce per violazioni e abusi. Solo ieri
i cadaveri mutilati di 18 persone sono stati rinvenuti lungo una strada di un piccolo
Comune dello Stato occidentale di Jalisco, presumibilmente vittime di un regolamento
di conti. La società civile è stata protagonista di numerose iniziative contro la
violenza che, tuttavia, vengono cancellate dalla cronaca nera. L’ultima, in ordine
di tempo, è quella intrapresa dalle madri di ‘desaparecidos’ messicani e centroamericani
che martedì hanno iniziato una marcia da Chihuahua, nel nord, verso Città del Messico
che passerà per alcune delle zone più colpite dalla brutalità dei narcos. Secondo
la Commissione nazionale dei diritti umani oltre 5mila persone sono ‘scomparse’ nel
Paese tra il 2006 e il 2011. (R.P.)