Il dialogo tra cattolici e anglicani riparte da Hong Kong
Si è conclusa oggi ad Hong Kong la nuova riunione dell’Arcic 3, la Commissione internazionale
anglicana-cattolica costituita nel 1969 per rilanciare il dialogo ecumenico tra cattolici
e anglicani e giunta alla sua terza fase di lavori. In una dichiarazione finale congiunta,
la Commissione afferma che l’incontro ha approfondito tematiche relative all’ecclesiologia
e ai problemi etici, auspicando che i risultati dei colloqui possano essere accolti
e discussi nelle rispettive comunità. La riunione si è svolta in un clima molto positivo,
sulla scia dell’analogo incontro avvenuto l’anno scorso nel monastero di Bose, in
Piemonte: è quanto riferisce al microfono di Philippa Hitchen, l’arcivescovo
anglicano neozelandese David Moxon, co-presidente di Arcic 3:
R. – Very
much so... Sì. Penso che l’entusiasmo per l’incontro a Bose, sia continuato per
tutto l’anno. Ci siamo riuniti di nuovo per la prima volta ad Hong Kong e in 24 ore
abbiamo ritrovato lo stesso spirito, la stessa positività. Abbiamo appena finito la
sessione e penso che risulterà essere molto interessante per la Chiesa in generale,
non solo per quelli che seguono l’ecumenismo tra anglicani e cattolici, ma anche per
le persone interessate agli argomenti a cui stiamo lavorando.
D. – Gli argomenti
riguardanti le scelte etiche che fanno parte del mandato di questa Sessione?
R.
– Very much so... Sì. Abbiamo deciso di esaminare tre ambiti: cosa hanno fatto
o stanno facendo le nostre rispettive Chiese riguardo alle scelte morali, quali metodologie
usano rispettivamente; quali sono le aree in cui ci si potrebbe aspettare un accordo
comune, al momento, come per esempio la schiavitù, e gli ambiti nei quali non siamo
ancora in accordo, per esempio il divorzio, la contraccezione, i secondi matrimoni,
ed ambiti in cui bisogna ancora lavorare molto insieme. Quindi, le due Chiese stanno
applicando le loro metodologie e le spiegheranno. E penso che questo aiuterà tutta
la gente, ovunque, nel mondo cristiano, che voglia utilizzare i buoni principi nel
fare scelte morali ed etiche, alla luce del Vangelo. Credo che offriremo riflessioni
che andranno molto al di là del mondo ecumenico.
D. – Perché ha scelto la location
della missione marittima anglicana di Hong Kong per questo incontro e quanto è importante
per il dialogo che sta andando avanti?
R. – It’s very important... E’ molto
importante. Questa è una cappella cattolica e anglicana, con un altare, per cui il
rito anglicano e quello cattolico sono celebrati in tempi diversi, ogni settimana,
nello stesso edificio dove vengono accolti cattolici e anglicani e tutte le altre
denominazioni protestanti che arrivano nel porto di Hong Kong. Quindi, in questo luogo
abbiamo “condiviso” i nostri Vespri, le Eucarestie, le Messe nella stessa cappella
di San Pietro. San Pietro chiaramente ha una risonanza per la Chiesa cattolica e per
l’apostolato del mare ed è stata quindi una sede importante, perché abbiamo sentito
parlare del lavoro dei migranti e dei lavoratori domestici di Hong Kong da un punto
di vista anglicano e romano cattolico. Entrambe le Chiese si stanno rimboccando le
maniche e stanno attivamente seguendo il lavoro con questa gente, che è molto svantaggiata.
Questa volta è stata la Chiesa anglicana a dare ospitalità, mentre a Bose era la Chiesa
cattolica ad ospitarci. E anche se lì si trattava di un monastero e qui di una missione
marittima, c’è sempre il senso del contesto che ci incoraggia e ci influenza.
D.
– Lei ha anche incontrato dei seminaristi, seminaristi cinesi, che saranno la prossima
generazione all’interno delle due Chiese. Quanto è stato importante questo nell’incontro?
R.
– Well, that turned out to be a very … Be’, questo è risultato davvero un buon
esempio in concreto dell’essenza di Arcic, perché i seminaristi romano cattolici dello
Spirito Santo e quelli anglicani del Theological College, sono stati con noi la scorsa
notte e hanno ammesso di non aver mai parlato in maniera formale fra di loro ad Hong
Kong. La scorsa notte invece l’hanno fatto. Dopo un colloquio tra di noi, alla fine
hanno detto che d’ora in avanti dovranno parlare fra di loro formalmente. Quindi,
questo è stato un esempio concreto.
Sui risultati di questo incontro Philippa
Hitchen ha sentito anche il co-presidente cattolico di Arcic 3, mons. Bernard Longley,
arcivescovo di Birmingham:
R. – I think our expectations or rather ... Penso
che le nostre aspettative o piuttosto le nostre speranze, alla fine della prima sessione,
certamente siano state, in gran parte, realizzate. Questa sessione ci ha dato l’opportunità
di approfondire il dialogo; penso abbia rafforzato l’atmosfera del dialogo in cui
abbiamo lavorato e certamente ci ha aiutato ad aumentare la nostra comprensione, in
particolare perché questa volta abbiamo impiegato più tempo a pensare alla nostra
metodologia, a come procedere, ai rapporti che abbiamo costruito, e abbiamo dedicato
più tempo a queste problematiche. La parte concreta del nostro lavoro comune è stato
un riflesso della questione, che è stata parte del mandato delle nostre rispettive
Chiese.
D. – I rapporti della Chiesa locale con la Chiesa globale e la questione
delle scelte etiche: può condividere con noi alcune visioni riguardanti la discussione
di queste due problematiche cruciali?
R. – Those are the two … Sono due
delle questioni centrali, ma sono state date mansioni aggiuntive, nel ricevere il
documento dell’Arcic II. Nell’approcciarci a questi due compiti centrali, abbiamo
cominciato ad esplorare il materiale, assegnato ai nostri membri l’anno scorso. Quindi,
abbiamo colto i frutti del nostro lavoro degli ultimi 12 mesi. Gran parte di quel
materiale è stato passato ai membri della Commissione prima di arrivare a lavorarci.
Direi che c’è una profonda conoscenza dell’esperienza che abbiamo all’interno di ogni
comunità: cosa significhi essere sia locale, sia universale. Infatti, abbiamo esaminato
in maniera più dettagliata cosa significhi essere cattolici in relazione allo scopo,
nel tempo e nel mondo, come comunità. Abbiamo anche guardato alla solidità all’interno
delle due tradizioni, a come ci si prepari all’Anno della fede, che Papa Benedetto
XVI ha annunciato l’anno scorso, e al Sinodo dei vescovi, che verterà sulla nuova
evangelizzazione: lo scopo del Sinodo per i vescovi cattolici e il modo in cui è stato
utilizzato è qualcosa di cui abbiamo riflettuto insieme.