Grecia. Il Pasok tenta di creare il governo. Mons. Foskolos: la gente è esasperata
La Commissione Ue ''è pronta a continuare ad assistere'' la Grecia e conferma gli
impegni assunti con il programma di aiuti concordati con il precedente governo. Intanto,
il presidente greco ha affidato a Evangelos Venizelos, il leader del Pasok, il mandato
per formare una nuova coalizione di governo entro tre giorni. Un tentativo che segue
il fallimento dei due precedenti, mentre il malcontento nella popolazione continua
a crescere per la difficile situazione sociale in cui versa il Paese. Il tasso di
disoccupazione nel Paese, secondo nuovi dati pubblicati oggi, tocca un nuovo record
arrivando al 21.7%. In pratica, un greco su cinque è disoccupato. Una situazione difficile,
che alimenta incertezza e populismo nel Paese. Sulla situazione greca, Luca Collodi
ha raggiunto mons. Nikolas Foskolos, vescovo cattolico di Atene:
R. - In questo
momento in Grecia c’è una situazione di grande caos. Anche perché non si sa come andrà
finire...
D. – Mons. Foskolos, questo voto denota una rabbia sociale nei confronti
dei partiti, una critica anche alle politiche che l’Europa ha imposto alla Grecia?
R.
– Certo è che esprime lo sdegno della popolazione contro le misure prese da Bruxelles,
dall’Europa. Almeno il 65% dei cittadini non vuole l’uscita dall’Unione Europa e dall’euro,
ma la gente è esasperata e non sa come potrà sopravvivere in questo momento. C’è un
continuo calo degli stipendi, le imposte aumentano, i salari calano ogni giorno mentre
i prezzi aumentano ogni giorno. C’è esasperazione e c’è sdegno: da una parte si vorrebbe
rimanere nell’Unione Europea, ma dall’altra la gente non sa come fare per sopravvivere.
D.
– Qualcuno ipotizza un ritorno a breve alle urne: questo, secondo lei, è possibile?
R.
– Sì, si pensa già al 10 o al17 giugno. E questo perché i capi dei partiti prendono
delle posizioni che sono, fra di loro, contraddittorie. Non si vede una possibile
collaborazione per formare un nuovo governo.
D. – In caso di elezioni tra
un mese, il popolo greco potrebbe esprimere il proprio voto in modo diverso?
R.
– Si crede che il popolo, dopo lo “sfogo” delle elezioni di domenica scorsa, riesca
ad affrontare il voto in modo più sobrio, più sereno. Se si ripetessero gli stessi
risultati, la situazione allora diventerebbe veramente peggiore.
D. – Lei
come spiega la nascita di questo partito di estrema destra?
R. – Penso che
rappresenti la reazione, la sfogo di molti giovani. Una buona maggioranza di quanti
hanno votato l’estrema destra, questo partito neonazista, sono giovani. Giovani che
non trovano lavoro, che non hanno di che vivere, che dipendono dai genitori. Io credo
si sia trattato piuttosto di uno sfogo.
D. – Eccellenza, lei ha riunito la
settimana scorsa la Conferenza episcopale greca: cosa avete deciso?
R. – Ci
siamo incontrati prima delle elezioni. Quello che ci preoccupa è la situazione finanziaria
per la Chiesa, perché le tasse che ora la Chiesa paga raggiungono il 48 per cento
degli introiti degli immobili e di altre risorse. La nostra situazione è quindi molto
difficile. Ogni fine mese non so se riuscirò a pagare i pochi impiegati della diocesi.
D.
– La gente che aiuto le chiede?
R. – Vengono molti che non hanno da mangiare,
altri che cercano aiuto per pagare l’affitto, altri che sono stati sfrattati perché
non sono riusciti a pagare l’affitto… E qui siamo in pieno centro: la nostra cattedrale
si trova in pieno centro, nel cuore della città e quindi viene gente di ogni tipo
e purtroppo non siamo in grado di aiutarli, perché non abbiamo la possibilità.
D.
– Secondo lei, come se ne esce da questa situazione?
R. – Speriamo che anzitutto
si possa arrivare alla formazione di un governo di coalizione entro i prossimi giorni,
dopo l’intervento del presidente della Repubblica. Oppure speriamo che alle prossime
elezioni – che dovrebbero aver luogo nel mese di giugno – il popolo riesca ad essere
più sereno per scegliere dei deputi che pensino più alla patria e meno alle loro tasche.