BENIN: la visita del Papa ha lasciato importanti segni nel Paese
Anche se è presto per fare bilancio qualcosa si sta muovendo in Benin dalla visita
compiuta da Benedetto XVI dal 18 al 20 novembre 2011 nel Paese. Ad affermarlo in un
colloquio ripreso dall’Osservatore Romano è stato l’arcivescovo di Cotonou Antoine
Ganyé. Tra i segnali, il presule, ha notato in particolare “un interesse maggiore
dei cattolici per la politica in generale e per quella che in particolare riguarda
le disparità sociali”, tema al centro di un recente convegno nella capitale beninese
in cui si è parlato del compito dei cristiani di fronte a una politica che minaccia
di diventare un campo chiuso di interessi e una facile scorciatoia per arricchirsi.
“Se ascoltato – ha affermato mons. Ganyé - l’invito del Papa a far capire l’importanza
del ruolo dei cattolici nel promuovere il bene comune, potrebbe aiutarci a evitare
quei passi falsi che hanno mandato in rovina Paesi vicini”. Secondo l’arcivescovo
di Cotonou, si nota anche un più attento esame della condizione della donna e dei
bambini, punto debole della società beninese; come anche un interesse crescente per
la vita consacrata. “Le testimonianze che religiosi e religiose hanno offerto durante
l’incontro con il Papa al seminario di Ouidah, la semplicità della loro esposizione
e la gioia che traluceva dai loro occhi — ha ricordato l’arcivescovo — hanno impressionato
molti giovani, dai quali ci si attende, ora, una risposta. Non mi stupirei – ha concluso
- se anche nel nostro Paese ci fosse un risveglio vocazionale come quello che si è
avuto in Australia dopo la Giornata mondiale della gioventù di qualche anno fa. Abbiamo
un clero sufficientemente numeroso, ma vorremmo collaborare di più con tante chiese
sorelle sparse nel continente”. Padre Pamphile Fanou, parroco della chiesa di Saint
Jean Baptiste e incaricato per la pastorale carceraria ha aggiunto che, in seguito
alla lettura dell’Esortazione apostolica “Africae munus”, le autorità governative
hanno invitato avvocati e giudici a visitare periodicamente le carceri e rendersi
così conto personalmente non solo di eventuali errori giudiziari, ma anche della situazione
dei reclusi, riparando possibili disagi. Altri, infine, parlano di una confortante
ripresa della recita del rosario, raccomandata dal Papa. È peraltro apparso indovinato
a molti il titolo “Il Papa dopo il Papa” con cui un quotidiano ha riassunto alcuni
risultati di una visita che, grazie all’impatto avuto su tutto il continente africano,
è passata subito dalla cronaca alla storia. (L’Osservatore Romano – p. E. Picucci)