Oggi festa dell’Europa. Barroso "più disciplina fiscale e convergenza". Stasera a
Roma la Messa dei vescovi europei
Ricorre oggi la Giornata dell’Europa. Da Bruxelles è intervenuto il presidente del
Consiglio europeo Herman van Rompuy: ''L'Unione europea", ha detto, "non diventerà
mai gli Stati Uniti d'Europa''. Sempre oggi a Firenze il convegno sullo stato dell’Unione
con il premier italiano Mario Monti e il presidente della commissione Ue Barroso,
che esclude una revisione del fiscal compact. Il servizio di Laura Serassio:
Nel giorno in
cui festeggia la propria esistenza, l’Europa s’interroga sul futuro e sul come portare
avanti ambizioni e ideali dei padri fondatori. Parlando da Firenze, alla conferenza
sullo stato dell’Unione, il presidente della Commissione Barroso si è ispirato al
luogo simbolo del Rinascimento per ricordare che declino e rinnovamento hanno sempre
fatto parte della storia europea. “Le cose vanno osservate in prospettiva”, ha ammonito
aggiungendo: “in piena crisi, negli ultimi due anni, l’Europa ha compiuto progressi
prima impensabili”. E in questo senso bisogna continuare: “il patto di bilancio non
è negoziabile”, ha ribadito, riferendosi alle richieste del neo presidente francese
François Hollande sulla crescita, che per Barroso sarà oggetto di un nuovo “patto
politico”. Il premier italiano Mario Monti insiste sul non far pesare nel bilancio
i crediti che le imprese vantano con la pubblica amministrazione e gli investimenti
pubblici. E fa una proposta per incoraggiare la spesa degli Stati in ambito digitale
e per la banda larga: una finestra di 3 anni in cui questi investimenti vengano scorporati
dal calcolo del debito, di fatto una corsia preferenziale per lo sviluppo. Si pensa
alla crescita, ma non si abbandona la disciplina: non sono antitetiche ma complementari,
ribadisce Barroso e per il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, le
riforme strutturali sono da fare con o senza Europa, perché livelli di deficit e debito
eccessivo, anche fuori dall’Unione, sono semplicemente insostenibili.
E a celebrare
l’Europa oggi anche i vescovi del Vecchio continente, con una Messa in corso nella
Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, con l’obiettivo di affidare a Dio paure e
speranze dei cittadini europei. A presiedere la celebrazione il cardinale Peter Erdo,
arcivescovo di Budapest e presidente del CCEE, il Consiglio delle conferenze episcopali
d’Europa. “La preghiera è il modo più efficace per i fedeli cristiani per vivere questa
ricorrenza” ha detto, presentando la giornata europea, il cardinale Angelo Bagnasco
vicepresidente della CCEE. Il servizio di Gabriella Ceraso:
I
festeggiamenti dell’Europa iniziati il 9 maggio del 1985 hanno un unico filo conduttore,
dice il vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, cardinale
Bagnasco, ed è da ricercarsi nelle profetiche parole del co-fondatore francese della
Ue, Schuman, che nel 1950 parlò di Europa come di “ una comunità di destino”. Il cardinale
Angelo Bagnasco:
“Una comunità di destino pienamente responsabile
del proprio futuro ieri oggi e nello stesso tempo una missione di solidarietà universale
basata su quell’umanesimo integrale che affonda le proprie radici nel messaggio cristiano”.
In
questo è la radice di una festa che, nel cammino della Chiesa e dell’Europa, oggi
si lega, continua il porporato, a due eventi: il prossimo sinodo dei vescovi sull’evangelizzazione
e l’anno della fede. Ed è proprio in una fede più responsabile, più consapevole e
gioiosa che il porporato, sulla scia di Benedetto XV,I vede la risposta principale
alla problematica situazione odierna e nella preghiera il modo più efficace per i
cristiani per celebrare oggi l’Europa. A margine il cardinale Bagnasco si sofferma
anche sul voto amministrativo svoltosi in Italia, per dire che la disaffezione alla
politica, espressa nell’astensionismo preoccupa perché il voto è una forma fondamentale
della partecipazione alla vita sociale, un diritto e un dovere per tutti. “Esprimiamo
l'auspicio che tutti, indistintamente, possano portare dei contributi seri e propositivi
per affrontare le questioni veramente difficili” - aggiunge ancora il porporato -
affidando al governo Monti la presa in esame della situazione e quindi le decisioni
da prendere.