Italia. Napolitano: il Paese non si farà intimidire dal terrorismo
L’Italia non si farà intimidire dal terrorismo. In occasione della Giornata della
Memoria delle vittime del terrorismo, Giorgio Napolitano, durante la commemorazione
al Quirinale, avverte che gli "Anni di piombo" non torneranno. Il presidente, in mattinata,
aveva deposto una corona di rose in via Caetani, a Roma, dove 34 anni fa venne ritrovato
il corpo di Aldo Moro. Proseguono intanto le indagini per l’attentato a Roberto Adinolfi.
Il servizio di Francesca Sabatinelli.
La tragedia
del terrorismo “non si ripeterà”, il dissenso politico-sociale non giustifica il terrorismo.
Sono le parole del presidente, Giorgio Napolitano, di colui che con forza ha voluto
che ci fosse una Giornata della Memoria e che si celebrasse oggi, nel giorno dell’assassinio
di Aldo Moro. Una ricorrenza che serve al capo dello Stato per avvertire che occorre
vigilanza e porre argini insuperabili. “Quanti fossero tentati di mettersi sulla strada
del terrorismo sono perdenti non intimidiranno lo Stato” è l’avvertimento, che rimanda
a soli due giorni fa, quando a Genova è stato gambizzato Roberto Adinolfi, amministratore
delegato di Ansaldo Nucleare, il cui attentato non è stato rivendicato ma per il quale,
ha precisato sempre oggi il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si valutano
tre piste: quella vetero-brigatista, quella anarco-insurrezionalista e quella commerciale.
Nelle parole di Napolitano, c’è il dolore per la giustizia incompiuta per Brescia,
per la strage di piazza della Loggia: è di pochi giorni fa la sentenza di assoluzione
per i neofascisti imputati. “Il tormento è forte”, spiega, ma "una verità storica
si è conseguita”, quella messa in luce dalle carte processuali, che definiscono la
matrice di estrema di destra e l’attività depistatoria di una parte degli apparati
dello Stato. Dunque, “non brancoliamo nel buio di un’Italia dei misteri”: per il presidente
ci sono ancora verità da svelare, ma siamo in un’Italia che si è liberata, che “ha
sconfitto il terrorismo e che ha individuato e sanzionato centinaia di persone”. Di
fronte all’attacco terroristico, conclude Napolitano, ci assalì il timore che lo Stato
potesse non farcela, ma “l’Italia, lo Stato democratico ce la fecero”. Il terrorismo,
ha aggiunto, è stata una “prova superata grazie ad uno sforzo corale”. Emanuela
Campanile ne ha parlato con Renzo Agasso, giornalista, co-autore del libro
‘Il piombo e il silenzio. Le vittime del terrorismo in Italia’:
R. – Credo
che un compito di chi ha vissuto quegli anni, ma anche di chi vuole raccontare l’Italia,
sia quello di continuare a parlare di queste cose. Guai se cadesse il silenzio su
queste vicende, e su queste persone soprattutto, perché il silenzio è quello nel quale
maturano poi queste decisioni scellerate. C’è in questo momento, nel nostro Paese,
un brutto clima. C’è molta violenza repressa, che qualcuno magari nasconde dietro
il problema della crisi. Io mi auguro anche che i familiari delle vittime continuino
in quest’azione meritoria e trovino questa forza di uscire dal silenzio, di farsi
sentire e vedere, e che si sappia cosa hanno pagato.
D. – Quello che è successo
a Genova è un segno di una rinascita del terrorismo in Italia...
R. – Penso
che in questo momento non si possa parlare di una rinascita delle Brigate Rosse -
non è pensabile, il Paese è diverso, il Paese è troppo cambiato in questi trent’anni
- ma certamente di questa presenza della violenza, di questo dobbiamo essere convinti.
C’è nel Paese un substrato di violenza che ogni tanto torna a farsi sentire e bisogna
fare in modo che non diventi più una violenza organizzata e forte come quella degli
anni ’70. Bisogna stare attenti, bisogna alzare la guardia e bisogna anche che la
politica cambi un po’ il linguaggio, cambi un po’ i metodi, perché certamente delle
responsabilità morali ci sono in questo campo.