Filippine: ucciso un leader indigeno contrario a nuove miniere come padre Tentorio
Jimmy Liguyon era un leader indigeno 37enne, capo del villaggio di San Fernando, nella
provincia di Bukidnon, sull’isola di Mindanao (Filippine Sud). Jimmy è stato ucciso
a sangue freddo a colpi di fucile da Aldy Salusad, membro di un gruppo paramilitare
che opera nella zona, finanziato e guidato dal Battaglione dell’esercito filippino
stanziato a Bukidnon. L’omicidio è avvenuto il 5 marzo scorso, ma a causa di omertà,
minacce, tentativi di far passare sotto silenzio l’accaduto, solo ora è salito agli
onori della cronaca. Come riferisce all’agenzia Fides l’Ong filippina “Karapatan”
(“Alleanza per il progresso dei Popoli”), da una settimana la società civile di Mindanao
lamenta a gran voce la perdita di un altro leader che coraggiosamente si opponeva
allo sfruttamento indiscriminato del territorio con nuovi progetti di estrazione mineraria,
che avrebbero distrutto la vita delle tribù indigene locali. La famiglia di Jimmy
Liguyon, e al suo fianco la società civile di Mindanao, chiede giustizia e invoca
la fine dell’impunità, ricordando un altro martire per i diritti delle popolazioni
indigene: padre Fausto Tentorio ucciso nell’ottobre 2011 a Kidapawan. Attualmente
19 famiglie di indigeni che hanno perso casa, terra e sostentamento a causa delle
miniere, occupano in segno di protesta la piazza davanti al Palazzo del Governo provinciale
a Malaybalay City, capitale della provincia di Bukidnon. Secondo informazioni giunte
a Fides da “Karapatan”, un gruppo di paramilitari aveva fatto visita a Jimmy e ai
suoi due fratelli, Emelio e Arser, mentre si trovavano in casa di Jimmy. Dopo un breve
dialogo, i militari li hanno invitati a seguirli e, fuori di casa, uno di loro all’improvviso
ha sparato al petto a Jimmy, uccidendolo all’istante. Secondo fonti locali, lo avrebbe
ucciso per il suo rifiuto di ratificare gli accordi che una associazione locale, la
“San Fernando Tribal Datus Association”, aveva stretto con le compagnie minerarie.
L’associazione è formata da un gruppo di indigeni che ha acquisito dal governo titoli
di proprietà (“domino ancestrale”) su vasti appezzamenti di terreno nell’area di San
Fernando, cedendoli poi a grandi compagnie minerarie per progetti estrattivi. Jimmy,
contrastando fortemente l'ingresso delle grandi imprese minerarie nel suo villaggio,
si opponeva a tali accordi. Jimmy era già stato più volte minacciato. Lascia una moglie
e 5 figli. “Karapatan” chiede l’arresto del colpevole e la protezione per la famiglia
di Jimmy, lanciando l'allarme sull’evacuazione forzata di centinaia di contadini e
di indigeni a Mindanao a causa di intense operazioni militari nelle loro terre ancestrali.
(R.P.)