Russia: Putin ha giurato per il terzo mandato presidenziale
Cerimonia d’insediamento oggi al Cremlino, dove Vladimir Putin ha giurato per la terza
volta come presidente della Russia. Intanto, ieri e oggi decine di migliaia di persone
hanno manifestato a Mosca, ma sono state violentemente disperse dalle forze dell’ordine.
Centinaia gli arresti. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
Trentuno salve
di cannone hanno salutato la fine della cerimonia di insediamento di Vladimir Putin.
Rigido il protocollo. Tutto era calcolato al secondo: dall’entrata del neopresidente
nel grande Palazzo del Cremlino ai due brevi discorsi. “Questa è l’inizio di una nuova
tappa storica per il Paese”, ha esordito il presidente uscente, Dmitrij Medvedev,
che ha ringraziato chi lo ha sostenuto in questi difficili quattro anni. L’ormai ex
capo del Cremlino ha sottolineato che “lo Stato non può funzionare senza dialogo col
popolo”. Dopo il giuramento sulla Costituzione, Vladimir Putin ha preso la parola
ricordando come la sua vita è stata completamente dedicata “al servizio della Patria”
e del suo popolo. Riferendosi a Medvedev, che verrà nominato primo ministro, ha segnalato
i meriti del presidente uscente nel campo della modernizzazione del Paese, ma presto
egli dovrà affrontare “prove assai complesse”.
Uno degli obiettivi per la Russia
nei prossimi sei anni è quello di diventare leader in Euro-Asia. Ossia, il progetto
di creare sull’esempio dell’Unione Europea una comunità economica delle Repubbliche
ex sovietiche. Putin intende poi rafforzare la democrazia e la libertà, ma è necessario
che tutti abbiano fiducia e credano nella Patria.
Contemporaneamente alla cerimonia
di insediamento, come riferiscono le agenzie di stampa, un centinaio di persone, tra
cui l’ex vicepremier Nemtsov, sono state fermate in piazza del Maneggio, di fronte
al Cremlino. In una Mosca spettrale, ancora provata dagli incidenti di ieri con decine
di feriti e centinaia di arresti, oltre un migliaio di oppositori di Putin hanno inscenato
una nuova manifestazione di protesta non lontano da piazza Pushkin. La loro richiesta
è sempre la stessa: elezioni libere.