Arezzo attende il Papa con orgoglio e speranza. Intervista con il sindaco Fanfani
"Orgoglio e speranza". E’ con questi stati d’animo che Arezzo attende il Papa. La
città infatti, assieme a La Verna e San Sepolcro, sarà meta della prima visita di
Benedetto XVI in Toscana, domenica prossima. Ad accogliere, il Santo Padre la mattina
al suo arrivo sarà il premier italiano, Mario Monti. “La speranza è che la nostra
comunità sappia trarre dalle parole del Pontefice ulteriore alimento per la propria
crescita”, spiega il sindaco di Arezzo, Giuseppe Fanfani. Paolo Ondarza
lo ha intervistato:
R. – C’è un
grandissimo impegno e una grandissima attenzione, ma anche un po’ di preoccupazione
da parte degli amministratori. Erano tantissimi anni che non si viveva un avvenimento
così importante. La presenza del Santo Padre crea sempre un clima di particolare nei
credenti e particolare attenzione anche in chi non crede.
D. – C’è grande attesa
per questa visita ad Arezzo, in un momento in cui la città – purtroppo non è la sola
– risente della grave crisi economica in corso...
R. – Arezzo è una realtà
che è cresciuta tantissimo a livello industriale nel dopoguerra e che ora sente più
di altre realtà la crisi economica, che attanaglia tutto il sistema produttivo. E’
un momento di grande crisi, nel quale si creano attese e speranza, e la presenza del
Papa contribuisce a rafforzare la speranza nel futuro.
D. – Arezzo, città provata
dalla crisi, ma anche città dalle grandi potenzialità...
R. – Arezzo, nel dopoguerra,
aveva un’unica azienda orafa, ora ne sono nate 1500. Ha una popolazione estremamente
attiva e versatile ed è un popolo particolarmente laborioso ed intelligente. Io sono
certo che la crisi sarà un grande stimolo per fare cose diverse, ma farle ugualmente
bene.
D. – Tra l’altro, ad accogliere il Papa ad Arezzo ci sarà il premier
italiano Monti. E' un’occasione per Arezzo per presentare al governo i propri problemi,
difficoltà e sofferenze, in questo momento di crisi economica...
R. – La contemporanea
presenza del Santo Padre e del presidente del Consiglio, ovviamente, fa crescere nell’opinione
pubblica l’importanza di questo evento, come pure l’attenzione dei media, e accresce
anche la speranza della gente nella prospettiva generale che il mondo in questo momento
sta vivendo, che non è delle migliori.
D. – La visita del Papa ad Arezzo avviene
fra l'altro in un momento in cui nel Paese intero si registra un diffuso sentimento
di disaffezione alla politica...
R. – Io credo che la politica abbia bisogno
di tanta serietà e di tanto esempio. Mai come in questo momento la disaffezione è
legittimata da comportamenti indecorosi, ai quali assistiamo quotidianamente da più
parti. Io spero che dalle parole del Santo Padre si possano desumere anche richiami
alla serietà nell’esercizio della cosa pubblica.
D. – Benedetto XVI prima d’ora
non era mai stato in Toscana e la sua prima volta in Toscana, avviene ad Arezzo...
R.
– E’ un luogo di grande spiritualità: abbiamo La Verna-Camaldoli - già solo questo
basterebbe - e abbiamo il millenario di San Sepolcro che porta proprio il nome del
Santo Sepolcro. E abbiamo ancora la città di Arezzo nella quale Piero della Francesca
e la leggenda della Vera Croce hanno disegnato il cammino della sofferenza e della
spiritualità del Cristo, fino ai tempi moderni.
D. – Dunque, c’è grande attesa
e trepidazione tra gli aretini...
R. – Fino ad ora le ho parlato come sindaco,
ora le parlo come uomo, come cattolico e non posso non esprimere la mia profonda felicità
personale, per poter dare al Santo Padre il saluto a nome di tutta la collettività.