Regina Caeli. Il Papa: la nostra libertà è essere di Cristo. Il sostegno a "Meter"
che tutela i minori dagli abusi
Un cristiano non può fare niente se non è unito a Cristo. Benedetto XVI lo ha riaffermato
nella riflessione che ha preceduto ieri la recita del Regina Caeli in Piazza
San Pietro. Al termine della preghiera, il Papa ha ricordato e salutato gli organizzatori
dell’Incontro mondiale delle famiglie, in programma a fine mese a Milano, e ha ringraziato
l’Associazione Meter per il suo impegno in difesa dei bambini vittime di violenze.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
La libertà di
scegliere può portare un uomo a fare grandi cose. La libertà di scegliere Cristo porta
un uomo a fare cose più grandi di Lui. È una promessa del Vangelo ed è il senso della
liturgia della quinta domenica di Pasqua, sulla quale Benedetto XVI ha imbastito la
sua riflessione. Il tralcio unito alla vite che porta frutto, oppure il tralcio che
non lo è e diventa sterile: per un cristiano, comprendere questa verità vuol dire
aver capito l’essenza del suo cammino di fede. Aver capito che “il ramo unito e congiunto
al tronco – secondo le parole di San Francesco di Sales citate dal Papa – porta frutto
non per propria virtù, ma per virtù del ceppo”:
“Nel giorno del nostro Battesimo
la Chiesa ci innesta come tralci nel Mistero Pasquale di Gesù, nella sua Persona stessa.
Da questa radice riceviamo la preziosa linfa per partecipare alla vita divina. Come
discepoli, anche noi, con l’aiuto dei Pastori della Chiesa, cresciamo nella vigna
del Signore vincolati dal suo amore”.
La “vigna del Signore” è un’immagine
cara a Benedetto XVI. Tuttavia, ha obiettato il Papa, a questo punto in qualcuno potrebbe
nascere un problema. “Come è possibile tenere insieme la libertà dell’uomo” e il fatto
di “non poter far nulla senza Dio”? Una domanda antica quanto il mondo, quella sul
libero arbitrio, alla quale Benedetto XVI ha risposto ricorrendo alla saggezza spirituale
di Giovanni il Profeta, un monaco del quinto secolo:
“Se l’uomo inclina
il suo cuore verso il bene e chiede a Dio l’aiuto, ne riceve la forza necessaria per
compiere la propria opera. Perciò la libertà dell’uomo e la potenza di Dio procedono
insieme. Questo è possibile perché il bene viene dal Signore, ma esso è compiuto grazie
ai suoi fedeli”.
È qui, dunque, il modo cristiano di intendere il dono
e l’utilizzo della propria libertà. Affidandola, di più innestandola su quella di
Cristo attraverso – ha ricordato il Papa – la preghiera e la partecipazione ai Sacramenti:
“È
indispensabile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da Lui, perché senza di Lui
non possiamo far nulla”.
Il cielo basso e qualche spruzzata di pioggia
non hanno impedito a Piazza San Pietro di presentare il colpo d’occhio di una notevole
folla. Ad essa, Benedetto XVI si è rivolto dopo il Regina Caeli con saluti
in sette lingue, aperti dal riferimento a un prossimo grande evento ecclesiale, il
settimo Incontro mondiale delle famiglie a Milano:
“Ringrazio la Diocesi
ambrosiana e le altre Diocesi lombarde che stanno collaborando alla preparazione di
questo evento ecclesiale, promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto
dal Cardinale Ennio Antonelli. Anch’io, a Dio piacendo, avrò la gioia di parteciparvi
e per questo mi recherò a Milano dall’1 al 3 giugno”.
E un ultimo, importante
saluto è stato quello, “cordiale”, che il Papa ha voluto rivolgere all’Associazione
"Meter", “che promuove – ha detto – l’impegno in favore dei bambini vittime della
violenza”.