2012-05-05 11:26:30

Messa del cardinale Saraiva Martins per i 37 anni dalla morte del cardinale Mindszenty


Il cardinale José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi, ha presieduto ieri sera a Roma, presso la Chiesa di Santo Stefano Rotondo sul Celio, una Santa Messa in occasione del 37.mo anniversario della morte del Servo di Dio cardinale József Mindszenty, perseguitato prima dai nazisti e poi dai comunisti. La celebrazione eucaristica è stata organizzata dalla Comunità degli ungheresi di Roma con l’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede, il Pontificio Istituto Ecclesiastico Ungherese e la Fondazione di Santo Stefano. La collega Marta Vertse ha chiesto al cardinale Saraiva Martins se ai tempi della sua ordinazione sacerdotale a Roma, nel 1957, fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo al cardinale Mindszenty in Ungheria:RealAudioMP3

R. - Certamente io ero informato di quello che avveniva in Ungheria. Anche perché l’Ungheria è un Paese che mi è stato sempre caro. Io ho seguito abbastanza bene gli avvenimenti tristi che coinvolgevano la Chiesa in questo Paese, quindi ho avuto l’occasione di conoscere bene la situazione e di ammirare anche il cardinale Mindszenty. Certamente è stato una grande personalità non solo dell’Ungheria, ma anche della Chiesa cattolica. Un vero modello di pastore per il suo coraggio straordinario, per le sue convinzioni profonde, per quella tenacia nella difesa dei valori della Chiesa, dei valori del Vangelo, dei valori del cristianesimo. Certamente per me è stata una grande personalità storica, non soltanto civile ma anche direi per noi uomini di Chiesa.

D. - Eminenza, il cardinale Mindszenty è stato completamente riabilitato sia giuridicamente che moralmente. Questo fatto influisce in qualche modo sulla sua Causa di Beatificazione?

R. - Certamente questa riabilitazione, oltre ad essere una cosa meritata, mette fine ad una storia molto triste, alla grande sofferenza subita dal cardinale Mindszenty. Questa riabilitazione nell’ordine giuridico, nell’ordine morale, nell’ordine politico è stata un grande avvenimento. Per quanto riguarda i suoi effetti sul processo di Beatificazione, devo dire che la Congregazione delle Cause dei Santi studia approfonditamente il candidato seguendo la verità storica dei fatti. E questa verità dei fatti viene fuori naturalmente studiando la documentazione relativa a questi eventi. Perciò direi che di per sé questa riabilitazione non influisce: è un dato molto positivo e viene eventualmente a confermare la linea della Chiesa, il pensiero della Chiesa sulla personalità del cardinale Mindszenty, e magari è una conferma.

D. - Lui veniva chiamato il cardinale d’acciaio, intrepido difensore della fede. Che cosa può significare per l’Europa di oggi?

R. - Il cardinale Mindszenty è un modello di fede per la società di oggi. In una società in cui l’indifferenza religiosa si espande sempre di più, una società in cui si ignorano sempre di più i valori umani e religiosi, i valori cristiani, allora certamente il cardinale Mindszenty è un modello di attualità straordinaria e non soltanto per la Chiesa di oggi, ma per la società tutta. Certi valori umani e certi valori cristiani in fondo si identificano. Non dobbiamo separare mai troppo questi due aspetti: valori umani e cristiani. Il cardinale Mindszenty è un modello per i cristiani ma anche per la società. Perché i valori umani e cristiani sono inseparabilmente uniti. Tutto ciò che autenticamente umano è già originariamente cristiano. E tutto ciò che è originariamente cristiano è già autenticamente umano. I Santi sono dei modelli di santità ma anche di umanità. I Santi sono quegli uomini che vivono in pienezza la loro umanità.

D. - Eminenza, è una questione cruciale, a proposito del cardinale Mindszenty, la sua obbedienza. E’ stato provato senza nessun dubbio che ha sempre obbedito a Papa Paolo VI?

R. - Sì, è una delle caratteristiche del cardinale Mindszenty. Certamente nello studio della documentazione a lui relativa, per la futura Beatificazione, viene messa in rilievo questa obbedienza alla Chiesa. Perché per lui la Chiesa non è una società qualsiasi. La Chiesa per Mindszenty era naturalmente lo stesso Cristo, che incarnato in una comunità di fede, speranza e di amore, continua la sua missione di salvezza tra gli uomini dopo la sua dipartita dal Padre. E lui obbediva alla Chiesa, ben sapendo che obbedendo alla Chiesa, obbediva a Cristo. La Chiesa è il Corpo mistico di Cristo, è lo stesso Cristo che continua ad essere presente nella storia.







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