Intelligenza, fede e amore: l'editoriale di padre Lombardi
Giovedì scorso, Benedetto XVI si è recato in visita al Policlinico “Gemelli” per celebrare
i 50 anni di fondazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore. Un’occasione per ribadire l’importanza del fecondo dialogo tra scienze
e fede. Ascoltiamo al riguardo il nostro direttore padre Federico Lombardi
nel suo editoriale per il settimanale informativo “Octava dies” del Centro Televisivo
Vaticano:
“Senza amore,
anche la scienza perde la sua nobiltà. Solo l’amore garantisce l’umanità della ricerca”.
Così Papa Benedetto ha concluso il suo discorso giovedì mattina alla Facoltà di Medicina
e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Una risposta profonda e toccante
a un bisogno diffuso di orientamenti solidi e alti.
“Ricco di mezzi, ma non
altrettanto di fini, l’uomo del nostro tempo, quasi abbagliato dall’efficacia tecnica,
dimentica l’orizzonte fondamentale della domanda di senso”. Ancora una volta il Papa
parla della fiducia nell’intelligenza, nella ragione; parla del cristianesimo come
“religione del Logos”, che non relega la fede nell’ambito dell’irrazionale, ma vede
l’origine e il senso della realtà intera nella “Ragione creatrice”. L’unione della
ragione e della fede è garanzia della fecondità di ambedue, mentre la loro separazione
conduce a un “impoverimento etico”, che rende incapaci di valutare se ciò che è tecnicamente
possibile è anche moralmente buono e conduce al bene dell’umanità.
Ma il Papa
ha detto anche di più, perché la scienza e la ricerca medica sono così direttamente
connesse alla cura della persona umana, che in esse diventa particolarmente evidente
quanto sia necessaria la guida dell’amore, quanto sia vitale il nesso fra l’impegno
scientifico e la dedizione appassionata al bene dell’uomo; un uomo che soffre e si
trova a confronto con le domande più radicali sul senso della vita. Allora, “la dedizione
dell’intelligenza e del cuore si fa segno della misericordia di Dio e della sua vittoria
sulla morte”.
Quale ispirazione più entusiasmante e forte per ogni impegno
dell’intelligenza a favore dell’uomo? E per che altro dovrebbe impegnarsi alla fine
l’intelligenza?