Convegno in Vaticano sulla cecità: malattie degli occhi, grave causa di povertà
Il numero di non vedenti nel mondo cala sensibilmente, ma sono ancora centinaia di
milioni le persone ipovedenti o affette da cecità completa che non hanno accesso alle
cure necessarie. Il dato è emerso ieri alla prima giornata di lavori del Convegno
internazionale di studio, ospitato in Vaticano, dal titolo “La persona non vedente:
Rabbunì, che io riabbia la vista”. Gli oltre 300 partecipanti di 45 nazioni, che terminano
oggi i loro incontri, hanno visto alternarsi al microfono alcuni fra i maggiori esperti
di settore, insieme con numerose personalità della Chiesa e del laicato cattolico,
tra le quali il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio
Giustizia e Pace, e il presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari,
l’arcivescovo Zygmunt Zimowski.
A evidenziare “il grande cambiamento positivo
in termini di incidenza e prevalenza delle disabilità visive” – informa una nota del
Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari che organizza l’incontro in collaborazione
con Cbm Italia Onlus – è stato il dott. Silvio Paolo Mariotti, responsabile del Programma
per la prevenzione della cecità e sordità dell’Oms. In alcune regioni del mondo, in
particolare in Africa – ha riferito il dott. Mariotti – si è registrato una “forte
riduzione” (dal 20% del 2002 al 13% del 2010 del totale dei non vedenti nel mondo)
delle persone con handicap visivo, “segno della riuscita degli interventi di prevenzione
e cura”. A livello globale, ha proseguito, si è passati “dai 314 milioni di persone
non vedenti o ipovedenti stimate nel 2004 (di cui 46 milioni affetti da cecità totale)
ai 285 milioni, dei quali 39 milioni di non vedenti e 246 di ipovedenti, del 2010”.
“Il dato è positivo e incoraggiante – ha aggiunto il dottor Mariotti – perché per
la prima volta vediamo che le disabilità visive nel mondo non sono aumentate e ciò
nonostante nello stesso arco di tempo l’età media della popolazione mondiale si sia
elevata”. Anche le patologie infettive, come tracoma e oncocercosi, sono diminuite,
mentre il problema della cataratta non operata costituisce tuttora il 51% dei casi
di perdita totale della vista. E ciò, ha messo in risalto il dott. Mariotti, “a causa
dell’ancora grave insufficienza di infrastrutture nei Paesi economicamente svantaggiati”.
Tra
i relatori, il dott. Mario Angi, docente universitario a Padova e presidente della
Cbm Italia Onlus, ha trattato delle gravi problematiche legate ai difetti refrattivi
(a partire da miopia, presbiopia ed astigmatismo) e l’impegno necessario a fornire
le cure e gli strumenti di correzione, come gli occhiali, sottolineandone, precisa
il comunicato, “il paradosso in termini sociali ed economici: oltre a costituire
una concausa di povertà, si stima infatti che la perdita di produttività provocata
dall’ipovisione non corretta sia pari a 268,8 miliardi di dollari mentre il costo
per fornire gli occhiali necessari a tutti coloro che ne hanno bisogno sarebbe pari
a circa un decimo di tale cifra, cioè 26 miliardi”. (A cura di Alessandro De Carolis)