2012-05-04 15:51:04

Grecia: elezioni politiche nel segno della crisi


I cittadini greci si recano questa domenica al voto in un clima di grande pessimismo; a condizionare le elezioni, infatti, è la grave crisi economica che attanaglia il Paese ellenico ed il malcontento generale circa il piano di salvataggio deciso dai creditori internazionali, in collaborazione con il governo di Atene. Un test elettorale, dunque, cruciale. Salvatore Sabatino ne ha parlato con il giornalista greco Dimitri Deliolanes:RealAudioMP3

R. – Sicuramente è un test molto importante ma la sua importanza consiste nel fatto che farà sfogare la rabbia popolare e provocherà un terremoto sul piano della politica interna. Sicuramente, però, non avrà conseguenze nei nostri rapporti con l’Europa o a livello di applicazione della politica economica.

D. – Con le elezioni di domenica, hanno avvertito i sindacati, sono in gioco il diritto al lavoro, allo stipendio e alla previdenza sociale: una denuncia certamente non da poco…

R. – E’ sicuramente vero, perché abbiamo visto che la ricetta imposta dalla Troika alla Grecia è veramente micidiale per i lavoratori, per la gente povera, però non può cambiare con le elezioni, cambierà solo se cambia la politica dell’Unione Europea.

D. - Molti intellettuali hanno espresso il loro dissenso nei confronti del voto sottolineando che avrebbero piuttosto preferito un governo tecnico sul modello di quello italiano. La scelta di andare alle urne non può avere un effetto boomerang?

R. – No, non credo che si avrà un effetto boomerang, si avrà piuttosto una situazione più o meno uguale a quella che c’è adesso. Probabilmente ci sarà lo stesso governo con gli stessi partiti, i due maggiori partiti di coalizione, e molto probabilmente il premier sarà sempre il tecnocrate Papademos.

D. – Quindi pochi cambiamenti in realtà all’orizzonte…

R. – Sì, ci sarà sicuramente un terremoto sul piano interno, perché i due maggiori partiti, espressione del bipartitismo greco, che fino a ieri controllavano l’80 per cento dell’elettorato, adesso saranno ridotti a meno della metà. Ci sarà un forte salto in avanti della sinistra ma anche dell’estrema destra e probabilmente avremo anche, per la prima volta nella storia europea, un partito dichiaratamente nazista in parlamento.

D. – A proposito della fine del bipartitismo, il parlamento che uscirà dalle elezioni politiche sarà quasi certamente formato da 10 partiti. La frammentazione gioverà alla Grecia o creerà altri problemi?

R. - Sicuramente giova alla democrazia; non è possibile che nel campionato giochino solo due squadre, è importante che giochino tutte le squadre grandi e piccole ciascuna con il suo contributo. Io sono a favore del pluralismo e sono a favore delle coalizioni di governo.

D. - Chiunque sia il vincitore sicuramente avrà un compito arduo, che è poi quello di traghettare la Grecia oltre la crisi. Ci sono i presupposti giusti o la sfiducia generale vanificherà tutti gli sforzi?

R. – Ripeto, non è in mano al governo greco il futuro e la soluzione dei problemi economici ellenici. Chiunque governi in Grecia sarà costretto a seguire la ricetta che viene dall’Unione Europea ... che in realtà viene direttamente da Berlino.

D. – L’Europa comunque ascolterà il risultato che uscirà dalle urne?

R. – Su questo dico che i greci hanno lo sguardo verso le elezioni francesi perché veramente lì si gioca il destino dell’Europa, non nelle elezioni greche. Tutti i greci - di destra, di sinistra e di centro - sono tutti per Hollande; vogliono un cambiamento vero!







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