2012-05-04 14:43:04

"Giustizia e Pace" e GreenAccord sulla tutela dell'acqua: è un diritto di tutti


Un bene comune universale da tutelare a ogni costo e da garantire a tutti, soprattutto alle popolazioni dei Paesi più poveri. E’ l’acqua il tema principale della tavola rotonda che si è svolta a Roma su “Acqua elemento essenziale della vita”. E durante l’incontro, organizzato dall’Associazione GreenAccord Onlus e dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, si è riflettuto sulla nota della Santa Sede in occasione del Forum mondiale sull’acqua. Il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

Un’occasione per capire perché le conclusioni del sesto Forum mondiale sull’acqua, dello scorso marzo a Marsiglia, non abbiano superato la visione mercantilistica sulle risorse idriche, bene comune invece da tutelare. Andrea Masullo, presidente del comitato scientifico di GreenAccord:

“Viviamo in un sistema economico estremamente proteso al mercantilismo, all’utilitarismo e al profitto. Un bene come l’acqua, proprio per la sua essenzialità, è anche un potenziale produttore di alti profitti: tutti questi interessi, insieme a attenzioni di principio verso una gestione pubblica, sono presenti nel World Water Forum. Noi auspichiamo che da questo confronto, tra interessi pubblici e interessi privati, a perdere non sia l’uomo.

E all’incontro era presente anche mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Il suo commento:

R. - L’acqua è un elemento essenziale per la vita e questo per diverse ragioni e non solo per una, certamente. Oggi, è necessario in particolare non solo la sensibilizzazione da parte dei movimenti della società civile: non c’è solo bisogno di mobilitare le istituzioni culturali e educative, ma c’è in modo particolare la necessità di creare delle istituzioni soprattutto a livello internazionale che consentano una governance, affinché il diritto all’acqua potabile sia un diritto di tutti e sia resa accessibile a tutti quelli che ne hanno bisogno, alle popolazioni più povere che ne sono più sprovviste.

D. - Quale deve essere il ruolo dei cristiani per preservare maggiormente l’acqua come bene comune?

R. - I cristiani devono avere anzitutto il ruolo dei credenti e il ruolo degli onesti cittadini: il ruolo delle persone che, assieme ad altre, si impegnano a trovare le soluzioni efficaci per le quali è necessaria una mobilitazione generale sul piano dell’educazione, sul piano organizzativo, incitando anche la classe politica a non arretrare, a non diminuire la sua responsabilità delegando troppo facilmente la gestione dell’acqua a soluzioni privatistiche, affinché questo bene - seppure può essere gestito con forme pubbliche e private - non venga lasciato solo ai privati.







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