2012-05-04 12:53:30

Convegno di studio in Vaticano sulla cecità. Mons. Zimowski: rilanciare pastorale dei non vedenti


Nell’Anno della fede, è necessario “svegliare” la pastorale della Chiesa per i non vedenti. Lo afferma mons. Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, che ha inaugurato in Vaticano il Convegno internazionale di studio intitolato “La persona non vedente: Rabbunì, che io riabbia la vista”. Il Convegno, promosso dal dicastero pontificio, vede la collaborazione di Missioni Cristiane per i Ciechi nel Mondo (CMB-Italia Ong-Onlus). A mons. Zimowski, il collega della redazione francese della nostra emittente, Olivier Bonnel, ha chiesto di illustrare le linee-guida del Convegno:RealAudioMP3

R. – La mancanza della vista è considerata una delle peggiori disabilità, soprattutto a motivo delle gravi conseguenze fino a giungere – in alcuni casi, ieri come oggi – all’emarginazione e all’esclusione sociale. In questa situazione, l’iniziativa portata avanti dal dicastero e dalla Fondazione “Il Buon Samaritano” è certamente una delle più impegnative di questi ultimi anni nel voler fornire agli operatori sanitari – professionali e volontari – sempre maggiori strumenti, sia pastorali sia scientifici, per operare in favore delle persone ammalate o comunque in stato di sofferenza.

D. – Perché un biblista in apertura dei lavori?

R. – E’ molto semplice: perché nella Bibbia noi abbiamo incontri di Gesù Cristo con i malati, con i sofferenti e abbiamo anche l’incontro con un cieco. “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”: conosciamo questo grido del cieco. Questa preghiera si può dire che tocca il cuore di Cristo che si ferma, lo fa chiamare e lo guarisce. Il momento decisivo è stato l’incontro personale tra il Signore e quell’uomo sofferente. Si può dire, come una volta ha detto Benedetto XVI durante la preghiera dell’Angelus, che si è trattato di due libertà, due volontà convergenti: “Cosa vuoi che io ti faccia?”, chiede Gesù. “Che io riabbia la vista”, risponde il cieco. E Gesù dice: “Va, la tua fede ti ha salvato”. E il cieco Bartimeo, venuto alla luce – narra il Vangelo – prese a seguirlo per la strada. Questo è molto importante: diventa, cioè, un discepolo di Gesù Cristo.

D. – Qual è il mandato e quali gli obiettivi di questo Convegno?

R. – Rimane molto cammino da fare per diffondere una giusta opera di prevenzione e di cura, così come ottenere che le persone affette da ipovisione o cecità possano correttamente interagire con le realtà sociali di appartenenza. E a voi, cari non vedenti di tutto il mondo, rivolgo il mio più cordiale saluto con le parole stesse che il nostro amato Santo Padre Benedetto XVI una volta ha rivolto ai non udenti, parole utili anche per i non vedenti: “Voi non siete solo destinatari dell’annuncio del messaggio evangelico, ma ne siete a pieno titolo anche annunciatori in forza del vostro battesimo. Vivete quindi ogni giorno da testimoni del Signore negli ambienti della vostra esistente, facendo conoscere Cristo e il suo Vangelo”.







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