di Emmanuele Massagli, Presidente ADAPT (associazione per gli studi internazionali
e comparati sul diritto del lavoro e delle relazioni industriali, fondata da Marco
Biagi) Vengono al
pettine molti nodi sulla qualità della formazione in Italia, sulla distanza tra la
scuola e il mercato del lavoro e sull'assenza di una cultura anche per l'occupabilità.
Si dovrebbe fare di più sull'apprendistato, che nei Paesi dove è davvero valorizzato
già nella scuola dell'obbligo (Germania, Austria, Svizzera), diventa una prospettiva
occupazionale seria. Ma il vero handicap del mercato del lavoro in Italia, in ottica
comparata, è il dato degli inattivi (36,7%, dai 15 ai 64 anni). Commentiamo
i dati Istat sulla disoccupazione giovanile a marzo: il 36% tra i 15 e i 24 anni.
Il dato generale sfiora il 10%. E' il tasso più alto dal gennaio 2004. Intanto non
si fermano i suicidi: ieri un 35enne siciliano licenziato da tre mesi e un muratore
campano senza lavoro da sei mesi. (a cura di Antonella Palermo)