2012-05-03 17:10:09

Capolavori d'arte della regione Marche in mostra in Vaticano al Braccio di Carlo Magno


"Le meraviglie delle Marche" approdano in Vaticano. Da domani al 10 giugno, il prestigioso Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro accoglierà un nucleo significativo di capolavori d’arte provenienti da Musei e Raccolte della Regione. Opere di Tiziano, Raffaello, Crivelli, Lotto, Rubens, Reni insieme ad artisti meno noti in un percorso unico e di grande bellezza voluto dalla regione Marche anche per sopperire alla chiusura, per ristrutturazione, della pinacoteca anconetana. Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Le Marche sono un grande museo diffuso, museo a cielo aperto, ma pochi lo sanno e la mostra in Vaticano vuole esserne una vetrina privilegiata. Non c’è piccolo centro o città in questa regione che non conservi uno o più capolavori mozzafiato, incastonati e legati al territorio perché davvero tanti sono gli artisti che nei secoli vi hanno lasciato un segno. Il curatore della mostra, Giovanni Morello:

“Tranne le grandi depredazioni napoleoniche e i terremoti, purtroppo, devo dire che le Marche hanno conservato una loro integrità culturale, soprattutto sul tema dell’arte”.

Il pensiero va ad un marchigiano doc come Raffaello Sanzio, presente in Vaticano con la sua deliziosa "Santa Caterina di Alessandria", o ai meno noti Federico Barocci, Andrea Lilli, Francesco Podesti. Ma ci sono anche artisti che hanno amato questa terra tanto da volerci lavorare o vivere. Ancora Giovanni Morello:

“Sono stati privilegiati in prima battuta gli artisti marchigiani significativi, quindi anche Podesti, per esempio, che poi è stato il realizzatore della Sala dell’Immacolata nei Musei Vaticani. Andrea Lilli è un pittore che ha riempito, al tempo di Sisto V, la Biblioteca Vaticana, la Scala Santa, San Giovanni in Laterano. Anche De Magistris è un pittore che ha dipinto molto per Roma, ma anche artisti che hanno vissuto nelle Marche, provenienti soprattutto da Venezia e poi da Bologna e da Roma, come Crivelli, Lotto, Tiziano, Sebastiano Dal Piombo, Guido Reni. E’ una mostra che vale la pena di visitare con attenzione, ritrovando a ogni passo un capolavoro diverso”.

In tutto una cinquantina di opere dal ’300 al ’900, in un percorso cronologico eccezionale per densità e conoscenza offerta al visitatore. Tre le tematiche, quella cristologica, quella dedicata agli angeli e ai santi, ma soprattutto quella mariana, la prima, e non poteva essere diversamente, come sottolinea mons. Claudio Giuliodori vescovo di Macerata:

“Le Marche non sarebbero le Marche senza la Santa Casa di Loreto. A partire dal 1300, questa realtà ha fatto delle Marche anche il veicolo lauretano nel mondo. Queste opere che onorano la Madonna mettono in evidenza anche con la loro bellezza lo stesso patrimonio della fede. Questa è una responsabilità anche per noi marchigiani. Come vescovi, sentiamo l’esigenza di custodire ma anche di onorare con una fede vissuta questo patrimonio di cui disponiamo”.

Apre la mostra la tavola trecentesca attribuita a Paolo Veneziano con alcune “Storie della Vergine”, a seguire tra gli altri l’"Annunciazione", capolavoro di Guido Reni. Nella sezione cristologica spicca la "Resurrezione" di Tiziano Vecellio e il “Salvator mundi” di Melozzo da Forlì. Affollata la galleria dei Santi che, dall’icona della mostra "San Sebastiano" di Guido Reni, culmina con “San Nicola di Bari in gloria” del calabrese Mattia Preti, venerato sia in Occidente che in Oriente. Un percorso affascinante che tanto ha da dire sulla religiosità di questa terra. Ancora mons. Giuliodori:

“Sono opere di natura religiosa, quindi nascono dalla fede di un popolo che è collocato a diretto contatto con la cristianità, con Roma. Non dimentichiamoci che per secoli le Marche hanno fatto parte dello Stato Pontificio. Inoltre, queste opere rappresentano l’esperienza viva del popolo marchigiano, che è un popolo ancora ricco di fede”.

Una mostra dunque che vuole far conoscere le Marche al resto dell’Italia, ma anche le Marche agli stessi marchigiani, come sottolinea il presidente della regione, Gian Mario Spacca. Per questo, l’esposizione da Roma si sposterà dal 5 luglio al 30 settembre a Buenos Aires, al Museo nazionale di Arte decorativa, in Argentina, dove vive una delle più grandi comunità marchigiane nel mondo.







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