Papua Nuova Guinea: raddoppiato il tasso di mortalità materna a causa del parto
Negli anni tra il 1990 e il 2008, in tutto il mondo, il tasso di mortalità materna
a causa del parto è diminuito del 34%. Lo stesso purtroppo non è accaduto in Papua
Nuova Guinea, dove è addirittura raddoppiato. Circa il 99% delle donne in stato di
gravidanza che muore, abitava nei Paesi in via di sviluppo, e il rischio continua
ad aumentare nelle aree rurali. In Papua Nuova Guinea, zona prevalentemente rurale,
le disparità di genere e le precarie condizioni del servizio sanitario hanno contribuito
al peggioramento di questo fenomeno. Secondo il Programma di Sviluppo delle Nazioni
Unite - riferisce l'agenzia Fides - il tasso di mortalità materna del Paese è di 250
decessi per 100.000 nati vivi. Fanno riflettere maggiormente i dati registrati nel
2006, che riportano 733 morti per 100.000 nati vivi, dopo l’Afghanistan i più elevati
nella regione asiatica del Pacifico. Gli esperti sostengono che la vita delle donne
incinte potrebbe essere salvata con il controllo medico delle nascite e l’assistenza
prenatale e postnatale. La World Bank calcola che il 17% degli abitanti della regione
non possa servirsi di una strada di accesso per poter raggiungere i centri, inoltre
in due quinti delle strutture sanitarie mancano elettricità e attrezzature mediche
di base. Uno dei motivi per i quali in Papua Nuova Guinea si registrano tante morti
è determinato dal fatto che il 67% delle donne partorisce in casa, spesso senza l’aiuto
di ostetriche preparate. Le strutture sanitarie gestite dalla Chiesa, circa il 60%
nel Paese, sono le più funzionali. La Chiesa del Nazareno gestisce un ospedale distrettuale
a Mount Hagen, nella Western Highlands Province, e dei servizi sanitari nella zona
rurale della provincia di Jiwaka. Ogni mese, un gruppo di operatori sanitari visita
16 strutture rurali offrendo esami prenatali, assistenza per i bambini, educazione
sanitaria e pianificazione familiare. Le gravidanze più complesse vengono portate
in ospedale. (R.P.)