I cardinali Sodano e Dziwisz ricordano Giovanni Paolo II a un anno dalla sua beatificazione
“Un anno è passato dal 1° maggio scorso e noi abbiamo ancora scolpita nella nostra
mente la scena grandiosa di piazza S. Pietro diventata in quel giorno come il cuore
del mondo”, il cardinale Angelo Sodano ha ricordato così il primo anniversario della
beatificazione di Papa Woityla, nell’omelia pronunciata nella messa in suffragio di
Giovani Paolo II, nella chiesa romana di San Stanislao dei Polacchi. “Guardando ai
ventisei anni di pontificato del beato Giovanni Paolo II – ha detto il porporato citato
dall'agenzia Sir -, possiamo ben dire che egli ha realizzato la missione del Pastore
qual era prevista dal profeta Isaia: essere un messaggero di gioia per il popolo cristiano,
di pace, di salvezza”. Per il porporato, “il primo messaggio che ci ha lasciato è
quello della santità, di una vita tutta consacrata a Cristo e alla diffusione del
suo Regno nel mondo”. Il cardinale Sodano ha inoltre sottolineato come il Papa polacco
abbia lasciato in eredità “il messaggio della solidarietà fra gli individui e le Nazioni”.
Non solo – ha aggiunto - Wojtyla è stato “artefice di pace” in molti conflitti e “ha
lasciato a noi l‘impegno di continuare su questa linea di costruttori di pace”. Il
primo anniversario della beatificazione di Giovanni Paolo II è stato celebrato anche
in Polonia, con una solenne celebrazione officiata a Cracovia dal cardinale Stanislaw
Dziwisz, per quasi 40 anni suo segretario particolare. “Possiamo parlare per Giovanni
Paolo II - ha affermato il porporato - di una mistica dell‘apostolato e del servizio,
al centro della quale vi sono contemporaneamente le questioni dell‘uomo e di Dio”.
Il cardinale Dziwisz ha sottolineato che “la santità di Giovanni Paolo II si esprimeva
attraverso una profonda unione con il Signore e, parallelamente, attraverso il servizio
e la responsabilità per le sorti della Chiesa e del mondo”. Il cardinale ha ricordato
anche “quanto premeva a Giovanni Paolo II di non contrapporre fra loro la fede e la
ragione” rilevando che “il Santo Padre ha lottato affinché la nostra civiltà sia la
civiltà della vita, della santità e dell‘inviolabilità della vita umana, dal concepimento
alla morte naturale”. Riferendosi al particolare legame del Papa polacco con i giovani,
il porporato ha infine rammentato che nei giovani Wojtyla “ha saputo scorgere la speranza
della Chiesa”. (M.G.)