Matrimoni forzati: le suore di Matará accanto alle ragazze nella Papua Nuova Guinea
Ragazzine barattate in cambio di animali domestici. Vendute per essere date in matrimonio
appena adolescenti. Dei matrimoni forzati e della sorte di molte giovani in Papua
Nuova Guinea parla suor Maria del Sagrario, religiosa argentina appartenente alle
Serve del Signore e della Vergine di Matará – Istituto della Famiglia del Verbo Incarnato.
Suor Maria e 5 sue consorelle gestiscono l’ostello femminile “Lujan Home for Girls”
di Vanimo, nel Nord del Paese, dove ospitano diciannove ragazze in difficoltà, tra
i tredici e i diciannove anni. Le missionarie sono in Papua Nuova Guinea dal 2002
e nel 2009 hanno aperto la casa di accoglienza che, ora, necessita di una ristrutturazione
per adeguare la struttura alle nuove esigenze di ospitalità. Per questo, le Serve
del Signore e della Vergine di Matará hanno chiesto sostegno ad Aiuto alla Chiesa
che Soffre, che - in una nota - ha diramato il loro appello. Giada Aquilino
ha intervistato suor Maria del Sagrario:
R. - En Vanimo,
las Servidoras del Señor y de la Virgen de Matará… A Vanimo, le Serve del Signore
e della Vergine di Matará hanno due comunità. La prima si trova nel Centro pastorale
della diocesi di Vanimo ed è quella per la quale il vescovo locale, mons. Cesare Bonivento,
ci ha chiamato qui a lavorare: il nostro lavoro nel centro è dedicato in modo particolare
alla formazione dei catechisti, che assicurano una parte del lavoro pastorale nei
villaggi della giungla e in tutti quei luoghi in cui il sacerdote riesce ad andare
soltanto una volta l’anno. I catechisti si fanno quindi carico di preparare la visita
del sacerdote, di formare la gente, affinché sia ben predisposta a ricevere i Sacramenti.
Della stessa comunità fa parte anche la parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù,
nella quale siamo impegnate nella pastorale parrocchiale. L’altra comunità, la “Casa
di Lujan”, è impegnata invece nell’aiutare le ragazze in difficoltà. Abbiamo lavorato
per anni al Centro pastorale di Vanimo prima di riuscire ad aprire questa casa di
accoglienza per le ragazze: abbiamo compreso quanto sia importante in Papua Nuova
Guinea l’attenzione e la cura delle giovani, delle donne. Uno dei maggiori pericoli
che vivono le bambine e le ragazze in Papua Nuova Guinea è di essere vendute anche
in tenera età - 14-15 anni - per i cosiddetti “matrimoni forzati”. La nostra priorità
è rispondere a questa necessità: cerchiamo di aiutare le ragazze a uscire da questa
condizione, le facciamo studiare e cerchiamo di dar loro una formazione e un’educazione
umana e cristiana, affinché ritornando nelle loro case siano in grado di affrontare
un matrimonio e formare una famiglia.
D. - Questo dei matrimoni forzati è
uno dei problemi gravi della Papua Nuova Guinea, riferisce Aiuto alla Chiesa che Soffre,
a cui voi avete chiesto sostegno per le vostre strutture e i vostri progetti. Perché
si ricorre a tale pratica?
R. - Es uno de los problemas que encuentran las
jóvenes en Papua: es una costumbre… E’ uno dei problemi che incontrano le ragazze
in Papua. Questa è un’usanza, è una tradizione del popolo papuano, della cultura stessa
del Paese: è il clan dell’uomo che deve comprare la sua futura moglie - colei che
desidera sia la madre dei suoi figli - dal clan della famiglia di origine della giovane.
Così facendo la donna passa ad appartenere al clan dell’uomo, che farà crescere attraverso
i figli che gli darà. Però il problema è che generalmente nessuno consulta o interpella
le giovani e questo è soltanto uno dei tanti problemi: perché non solo questa donna
viene comprata, ma viene anche forzata a sposarsi. E’ molto difficile riuscire a rompere
questa catena. Anche quelle famiglie, quei genitori che sono cristiani e che hanno
accettato l’annuncio del Vangelo vivono comunque questa difficoltà, perché la bambina
non appartiene soltanto al papà e alla mamma, ma appartiene a tutto il clan. Un’altra
difficoltà, al di là della vendita e del matrimonio forzato, alle quali sono sottoposte
le bambine è la grave situazione relativa agli abusi sessuali. Nella nostra Casa accogliamo
alcuni di questi casi, accogliamo queste bambine che sono state già abusate sessualmente
o che rischiano di esserlo. In questi casi lavoriamo congiuntamente con l’ospedale
di Vanimo e collaboriamo con la Corte di giustizia della diocesi per cercare di aiutare
queste giovani.
D. - Quindi quando queste giovani vengono nei vostri centri
che tipo di assistenza fornite? Che tipo di formazione assicurate?
R. - Lo
primero es la formación cristiana y también la formación humana: todas las jóvenes…
Anzitutto è una formazione cristiana e anche umana: tutte le giovani che ospitiamo
nella nostra Casa di accoglienza frequentano la scuola elementare e superiore, la
scuola pubblica, che esiste attualmente a Vanimo. Normalmente le ragazze che arrivano
dai villaggi della giungla, nei quali non è prioritario dare una formazione alle donne,
malgrado abbiano già 13 o 14 anni si trovano a dover frequentare la terza o la quarta
classe delle scuole primarie. Il nostro primo impegno ed aiuto è quello di riuscire
ad inserirle a scuola, affinché possano ricevere una adeguata formazione umana, unita
ad una formazione cristiana parallela, che viene data loro direttamente dalle religiose
del centro.
D. - Suor Maria, lei ha detto che questo dei matrimoni forzati
è soltanto uno dei problemi: ma che Paese è oggi la Papua Nuova Guinea?
R.
- Toda Papua es muy pobre, especialmente la zona de Vanimo porque Vanimo pertenece… Tutta
Papua è estremamente povera, ma ancora di più la zona di Vanimo, che si trova nel
Nord della Papua Nuova Guinea, al confine con l’Indonesia: questa zona è molto, molto
povera e la gente vive generalmente di caccia, di pesca e di quanto riesce a coltivare.
In quest’area, uno dei grandi problemi è la mancanza di mezzi economici, la mancanza
di lavoro e questo fa sì che i giovani, non avendo nulla di cui occuparsi, impegnino
il loro tempo bevendo e facendo uso di droghe.
D. - Quale ricchezza può venire
allora da queste ragazze di cui vi prendete cura?
R. - Es muy importante porque
aquella que … E’ molto importante perché è la donna che regge la famiglia. La mantiene.
E, impegnandoci nella formazione delle donne papuane, potremo riuscire ad avere -
per così dire - una nuova generazione di cristiani: formando le ragazze, che sono
ospiti nel centro, noi speriamo che possa cominciare a cambiare anche la mentalità
in Papua Nuova Guinea, in particolar modo riguardo proprio al riconoscimento della
dignità delle donne. Così facendo riusciremmo ad aiutare contemporaneamente non solo
le donne, che sono chiamate alla responsabilità della casa, all’educazione e al mantenimento
dei figli - come attualmente succede - ma anche i loro figli, perché educandoli potrebbero
riuscire a far crescere nell’uomo la responsabilità di accompagnare la donna nella
realizzazione della famiglia. La nostra speranza è questa: che possa incrementarsi
l’annuncio del Vangelo, che rappresenta una soluzione a questo tipo di povertà, perché
un’educazione all’amore e alla verità può far sì che l’uomo incontri Gesù Cristo,
restituendo quella dignità che nonostante tutto ancora manca in Papua Nuova Guinea.