Festa di San Giuseppe Lavoratore. Il Papa: obiettivo prioritario, garantire l’accesso
al lavoro
Oggi, primo maggio, la Chiesa celebra la Festa di San Giuseppe Lavoratore. La ricorrenza,
istituita da Pio XII nel 1955 per dare un senso cristiano alla Giornata internazionale
del lavoro, cade in un momento di grave crisi che vede, secondo gli ultimi dati, oltre
200 milioni di disoccupati nel mondo. Benedetto XVI, in sette anni di Pontificato,
ha dedicato molti suoi interventi alla questione del lavoro. Ce ne parla Sergio
Centofanti:
Per il Papa,
nelle politiche economiche “la priorità va data ai lavoratori e alle famiglie”: infatti
“il primo capitale da salvaguardare e valorizzare” è proprio l’uomo. Quindi – afferma
– obiettivo prioritario dei governi sia garantire l’accesso al lavoro e il suo mantenimento
per tutti. Il suo pensiero si rivolge ai disoccupati e ai precari:
"Cari
lavoratori e lavoratrici... la Chiesa sostiene, conforta, incoraggia ogni sforzo diretto
a garantire a tutti un lavoro sicuro, dignitoso e stabile. Il Papa vi è vicino, è
accanto alle vostre famiglie, ai vostri bambini, ai vostri giovani, ai vostri anziani
e vi porta tutti nel cuore davanti a Dio". (Discorso ai partecipanti al pellegrinaggio
della diocesi di Terni, 26 marzo 2011)
Benedetto XVI denuncia le speculazioni
e parla di un “cattivo utilizzo” della finanza che “ha danneggiato l’economia reale”;
sottolinea che negli ultimi anni è cresciuta “una classe cosmopolita di manager, che
spesso rispondono solo alle indicazioni degli azionisti”. Tra le cause della crisi
c’è l'attaccamento al denaro:
“L'avarizia umana è idolatria. Noi dobbiamo
denunciare questa idolatria che sta contro il vero Dio e la falsificazione dell'immagine
di Dio con un altro Dio, «mammona». Dobbiamo farlo con coraggio ma anche con concretezza".
(Incontro con il clero romano, 26 febbraio 2009)
E il Papa parla contro
lo sfruttamento dei lavoratori, in particolare degli immigrati, usati spesso come
“merce”, chiede che il lavoro, soprattutto per le donne, sia armonizzato con la famiglia,
e che sia rispettato il riposo domenicale, perché l’uomo non deve essere schiavo del
lavoro. La crisi attuale, tuttavia, può diventare un’opportunità per rivedere i modelli
di sviluppo e gli stili di vita:
“Forse mai come oggi la società civile
comprende che soltanto con stili di vita ispirati alla sobrietà, alla solidarietà
ed alla responsabilità, è possibile costruire una società più giusta e un futuro migliore
per tutti”. (Discorso agli amministratori del Lazio, 12 gennaio 2009)
Il
lavoro per i cristiani diventa anche preghiera quotidiana, come faceva Gesù: il Figlio
di Dio – ricorda il Papa - si è dedicato “per molti anni ad attività manuali, tanto
da essere conosciuto come il figlio del carpentiere”. E Benedetto XVI affida tutti
i lavoratori al loro patrono, San Giuseppe, e indica il suo stile:
“Dall'esempio
di San Giuseppe viene a tutti noi un forte invito a svolgere con fedeltà, semplicità
e modestia il compito che la Provvidenza ci ha assegnato”. (Angelus del 19 marzo 2006)