Oltre 20 morti negli attacchi contro i cristiani in Nigeria e Kenya. P. Lombardi:
atti orribili ed esecrabili
Giornata di sangue in Nigeria e in Kenya, dove si sono registrati diversi attacchi
anticristiani. Sono oltre 20 le vittime nell’attentato contro l’università di Kano;
un morto e 10 feriti per l’esplosione di una granata all’interno di una chiesa di
Nairobi. Ce ne parla Giulio Albanese:
Domenica di
sangue per i cristiani in Africa: oltre venti morti e decine di feriti in due distinti
attacchi, in Nigeria e in Kenya, mentre i fedeli si apprestavano ad assistere alle
celebrazioni domenicali. A Kano, nel nord della Nigeria, è stato lanciato un vero
e proprio assalto da parte di un gruppo di uomini armati all'interno dell'Università,
nei pressi di un teatro utilizzato dagli studenti cristiani per le funzioni religiose.
A Nairobi, invece, una granata è stata lanciata all'interno di una chiesa, che fa
riferimento alla congregazione 'Casa dei miracoli di Dio', poco prima dell'inizio
della funzione. Almeno un morto e oltre dieci feriti il primo parziale bilancio. Nel
primo caso, quello nigeriano, si tratta di un attacco che come al solito è finalizzato
ad indebolire il governo centrale di Abuja e soprattutto il presidente Jonathan Goodluck
originario del Sud e di fede cristiana. E le complicità sono interne al sistema Paese,
ma anche straniere, soprattutto legate al movimento al Qaeda per il Maghreb. Una strumentalizzazione,
dunque, della religione per fini eversivi. Nel caso del Kenya invece si tratta di
un raid perpetrato, con ogni probabilità, da terroristi al Shaabab che accusano il
governo di Nairobi di aver occupato militarmente la Somalia in appoggio al governo
federale di Mogadiscio.
E sugli ultimi attentati in Africa, una breve
dichiarazione del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:
"I nuovi
attacchi terroristici avvenuti in Nigeria - e oggi anche in Kenya - in occasione di
celebrazioni religiose cristiane sono fatti orribili ed esecrabili, da condannare
con la massima decisione. Bisogna essere vicini alle vittime e alle comunità che soffrono
per questa odiosa violenza, che si abbatte su di loro proprio mentre celebrano pacificamente
una fede che annuncia amore e pace per tutti. Bisogna continuare ad incoraggiare l’intera
popolazione, aldilà delle differenze religiose, a non cedere alla tentazione di cadere
nel circolo senza uscita dell’odio omicida".